Distretto del commercio: 10 anni passati senza realizzare nulla

saldi

MANTOVA –  La Regione Lombardia nel lontano 2008 aveva lanciare l’idea che ogni Comune si dotasse di un distretto del commercio da promuovere con progetti ed azioni di marketing per migliorare gli spazi urbani con presenza di attività commerciali. Lo stesso Pirellone ha reso disponibili, per il triennio 2022-2024, ben 42 milioni di euro per rilanciare i distretti del commercio lombardi. Ma che fine ha fatto in dieci anni quel progetto?
A chiederselo è il capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale Pier Luigi Baschieri, che ha in questi giorni indirizzato una interrogazione specifica all’assessore alla partita Iacopo Rebecchi. Perché a parlare, insiste il capogruppo azzurro, sono i numeri: in dieci anni i punti vendita sono scesi da 1.570 a 1.256, con un saldo negativo di 314 esercizi nell’intero distretto commerciale virgiliano.
Mantova, precisa Baschieri, nel 2021 è arrivato perfino ad affidare ad una ditta specializzata, per un importo di 48.000 euro, il servizio di manager del Distretto urbano del commercio, per la realizzazione di un progetto all’avanguardia “Duc Netting”. Si tratta della società KCity Rigenerazione Urbana di Milano che aveva già prodotto un documento strategico per la riqualificazione del centro storico di Mantova nell’ambito di un progetto europeo.
«Impossibile non interpellare l’assessore Rebecchi – spiega il consigliere azzurro – per chiedergli che fine hanno fatto i tanti progetti di rilancio del centro storico cittadino: regolamento sul decoro urbano, riorganizzazione dell’area mercatale e dei banchi del commercio ambulante (mercato del giovedì) per favorire la coesistenza con i plateatici, riqualificazione e animazione delle aree critiche del centro storico, piano di comunicazione del Distretto, sostegno all’insediamento di nuove imprese all’intero di spazi sfitti ed agevolazioni fiscali a sostegno delle botteghe di vicinato. Per il rilancio del commercio cittadino la sensazione è sempre quella: progetti mirabolanti, annunci sulla stampa e poi tutto nel dimenticatoio».
Tutta colpa dell’amministrazione dunque? No, Baschieri mitiga. Non tutta almeno. «Certo – spiega –, siamo di fronte a quella che potremmo definire una “decrescita infelice” le cui colpe sono riconducibili perlopiù alle crisi economiche del periodo, alla concorrenza spietata dei centri commerciali, all’esplosione del commercio on-line, alla pandemia sanitaria ed infine dalla recente crisi energetica. Una congiuntura talmente sfavorevole che ha però spiazzato la politica, da anni impegnata a tutti i livelli per cercare soluzioni e strategie al fine di sostenere un comparto sempre più in crisi» conclude.