Dossieraggio, i deputati mantovani del Centrodestra: sabotaggio contro il governo

MANTOVA «Se c’è veramente un comitato di spioni che poi vendeva informazioni per danneggiare la Lega e il centrodestra, penso che 60 milioni di italiani abbiano il diritto di saperlo».
Il leader della Lega Matteo Salvini va all’attacco dopo l’inchiesta della procura di Perugia sui presunti dossieraggi ai danni di politici e vip. E si programmano le audizioni richieste da entrambi – del procuratore nazionale Antimafia, Giovanni Melillo e del procuratore di Perugia Raffaele Cantone.
Nel frattempo la Lega annuncia una «richiesta di risarcimento danni». Sugli accessi abusivi contestati si pronunciano anche i parlamentari mantovani.
«Quello che sta accadendo è agghiacciante, robe da Germania Est o da democratura sudamericana, non certo da un Paese civile, ma l’aspetto paradossale è che non rappresenta una novità, e noi della Lega lo sappiamo bene – È dal 2018 che cercano di colpire il nostro movimento, partendo dal caso del Metropol, poco prima delle elezioni europee del 2019, quando uscirono paginate dalla Procura della Repubblica in cui si diceva che la Lega avrebbe cercato di prendere fondi dai russi, cosa poi finita in una bolla di sapone ma per la quale chi ci aveva tirato fango per anni non ha mai chiesto scusa, nemmeno dopo l’archiviazione. Senza dimenticare il caso Palamara, che invitava un magistrato ad indagare Salvini per i blocchi navali al largo delle coste italiane. La vicenda di oggi è l’ennesima puntata di una brutta storia di chi non si rassegna nel vedere un governo lavorare: non a caso su 66 politici “attenzionati” abusivamente, ben 27 sono della Lega e complessivamente 55 del centrodestra. Il problema ora è scoprire chi è il mandante di questo vituperio».
Tutto ciò è stato realizzato nel cuore di un organo nevralgico come la Procura nazionale antimafia.
«Pare evidente che il dossieraggio, francamente poco interessante e per nulla intelligente, nasca con l’intento di sabotare il governo di centrodestra (l’unico, dopo anni, legittimamente votato dai cittadini), ma più in generale per delegittimare la politica – osserva Carlo Maccari, deputato di Fratelli d’Italia -. Il metodo utilizzato è quello della “pesca a strascico”, ovvero: una volta fissati preventivamente gli obiettivi da colpire, e senza che vi fossero notizie di reato, raccogli tutto il raccoglibile sulle vittime designate, al chiaro scopo di innescare un’inchiesta giudiziaria per danneggiarle e per screditarle a mezzo stampa».
Difficile per il centrodestra – ma anche per la stessa Italia Viva (fra gli spiati anche Matteo Renzi, un mese dopo che aveva lasciato il Pd per fondare il suo partito – credere che non vi sia qualcosa di più articolato. «Un fascicolo prevalentemente incentrato, guarda caso, su esponenti del centrodestra allo scopo di far partire la macchina del fango. Dinanzi a quello che sta emergendo – aggiunge la senatrice meloniana Paola Mancini – Fratelli d’Italia pretende che sia fatta chiarezza, individuando mandanti e responsabili di metodi che nulla hanno a che vedere la democrazia, ma che invece ricordano i vecchi regimi comunisti dell’Est Europa, a cui qualcuno forse guarda ancora con nostalgia».