Emergenza bullismo, serve più ascolto e meno indifferenza

MANTOVA Una vera e propria emergenza sociale, in cui il disagio emotivo e generazionale che turba oggi i giovani arriva, nella quasi totalità dei casi, a cozzare contro l’indifferenza degli altri, vale a dire gli adulti. Ad affrontare, senza giri di parole, il tema sempre più attuale del bullismo è Nicolò Barretta, docente alla scuola media “Sacchi” di Mantova nonché autore del libro sull’argomento “Un conduttore in cattedra”.
«Un tempo – spiega – episodi come quegli a cui abbiamo assistito in serie negli ultimi giorni, in fatto di violenza giovanile e adolescenziale venivano derubricati alla stregue di “ragazzate”. La verità è che al giorno d’oggi, la piaga del bullismo non può più essere sminuita.
Vedere due ragazzine che si prendono a botte per la strada, attorniate dai loro stessi coetanei che le filmano con il telefonino incitandole a continuare ad accapigliarsi è una cosa odiosa e deprecabile; ma ancor più odioso e deprecabile è vedere lo sguardo indifferente dei tanti adulti che assistendo a tale scena tirano dritto senza muovere un dito per intervenire a dividerle». Il caso a cui si fa riferimento, balzato alle cronache nazionali purtroppo proprio grazie anche alla grande eco avuta dal filmato divulgato sui social e in rete, è quello relativo alle due adolescenti presesi a botte sotto i portici di piazza Cavallotti, alcuni giorni fa. Una rissa tra giovanissime terminata solo, diversi minuti dopo, grazie all’intervento di una donna.
«Quella signora – sottolinea – che a rischio della propria incolumità non si è girata dall’altra parte, la conosco e mi ha raccontato come una delle due ragazze si sia fermata a parlare con lei sfogandosi dei suoi problemi. Ecco, dietro questi atteggiamenti solo all’apparenza di mera cieca violenza spesso si nascondono fragilità emotive e caratteriali che vanno affrontate, aiutando i ragazzi in questione a farle emergere e ad analizzarle. Bulli e bullizzati sono i lati opposti della stessa medaglia. Aiutare entrambe le “categorie” è una doverosa necessità. Per quanto mi concerne nel mio piccolo, sulla scorta della mia pregressa esperienza di vittima di bullismo quando ero in prima media, da tempo mi sono attivato su più fronti affinché l’attenzione sul problema venga mantenuta alta.
Nella scuola dove insegno, in qualità di “referente bullismo” da ottobre grazie alla dirigente Patrizia Di Mauro, ho istituito un punto di ascolto denominato “Bulli stop” in cui ricevo i ragazzi vittime di atti violenti, facendomi intermediario dei loro sfoghi; raccolte le singole istanze queste vengono poi passate alla psicologa di turno per creare un percorso di recupero anche a livello psicologico.
Ma vanno rieducati anche i cosiddetti bulli, in quanto ragazzi al contempo altrettanto fragili, seppur in modo diverso, come le loro stesse vittime. Inoltre voglio farmi portavoce dei cittadini anche tramite l’amministrazione comunale affinché ci sia sempre maggior riguardo sul tema; anche la politica infatti deve intervenire per arginare un problema sempre più alla deriva attivando ulteriori misure, come ad esempio il potenziamento di sit-in di ascolto, per porre rimedio a quella che definisco una vera e propria guerra di inciviltà». (loren)