Food & Science. Quel “senza” che condiziona la mente

MANTOVA Già gli antichi Romani avevano notato una correlazione stretta tra il corpo e la mente: l’uno influisce sull’altra e viceversa. Con questa premessa storica, Guendalina Graffigna, professore ordinario di psicologia dei consumi e della salute presso l’università cattolica del Sacro Cuore di Cremona, ha cercato di spiegare al Festival Food & Science di Mantova la psicologia dei consumi alimentari. In particolare, la professoressa ha voluto accompagnare il pubblico alla scoperta dei meccanismi profondi che si attivano nella nostra mente in relazione a determinati alimenti, evidenziando come alcuni pregiudizi influenzino le nostre scelte di consumo. Una presa di consapevolezza che aiuta gli adulti, ma che si riflette anche sulle generazioni future e sulle iniziative promosse dai tecnici. “Un esempio è quello delle etichette – spiega Graffigna – Abbiamo fatto degli studi sulle etichette ‘senza’, ovvero quelle che segnalano l’assenza di un determinato ingrediente (senza glutine, senza grassi idrogenati, senza olio di palma… etc.). Abbiamo dimostrato come questa indicazione sul fronte pacco determini una valutazione di maggiore salubrità o qualità del prodotto rispetto a quello convenzionale, anche se il ‘senza’ è relativo a un ingrediente che comunque non c’è o è inventato; lo stesso avviene, paradossalmente, se il ‘senza’ è relativo a un ingrediente che non nuoce alla salute, anzi, come i grassi polinsaturi, molecole che vengono fraintese e valutate negativamente.” Naturalmente l’esempio delle etichette non è stato l’unico emerso durante l’incontro, ma spiega perfettamente il legame centrale delle nostre menti nei confronti del consumo alimentare.