Gran finale, Segni chiude a quota 30mila presenze

MANTOVA Il festival Segni chiude sotto la pioggia; e non quella che ha bagnato Mantova, ma quella di ben 15mila biglietti venduti. Più di duecento eventi spalmati su più giorni per consentire la partecipazione massiccia di scuole e di famiglie e che ha visto trentamila presenze registrate, con spettatori che hanno raggiunto Mantova fin dalla Grecia, dalla Francia e dalla Svizzera così come da diverse parti d’Italia. Ieri pomeriggio la direttrice artistica Cristina Cazzola e lo staff del festival hanno ringraziato il pubblico, i partner e gli sponsor tutti dal palco dell’ultimo spettacolo in programma, “Vu” della compagnia francese Sacékripa (articolo a fianco,  ndr). Ringraziamenti anche a tutti i volontari (oltre 150, dai 14 agli 80 anni) e ai responsabili di luogo Claudia Avigni, Alessandra Battaioli, Anna Biacca, Vera Bonzanini, Ester Catelli, Isabella Contesi, Carla De Oliveira, Giorgia Frignani, Angela Ghirardi, Maria Giulia Longhini, Mario Marinelli, Elisabetta Melchiori, Marianna Mele, Annalisa Nicoletti, Valentina Novello, Silvia Prefetti e Gaetano Scuderi; se il festival Segni esiste è soprattutto grazie al loro impegno. In una Sala delle Capriate da tutto esaurito, gli organizzatori hanno dato appuntamento al prossimo anno, quando il Festival festeggerà quindici anni. Segni si conferma un appuntamento culturale irrinunciabile che rinsalda le relazioni, favorendo lo scambio e il dialogo fra adulti, bambini e ragazzi. A partire dalla visione condivisa degli spettacoli che offrono sempre spunti per il confronto fino agli spazi di dibattito veri e propri che quest’anno hanno caratterizzato sempre più l’evento. Un evento che dà spazio e voce alle nuove generazioni che in questa edizione hanno perfino creato una radio digitale, Ang InRadio Lombardia #ecositemaculturaleeuropa, i cui podcast, andati in filo diffusione in Loggia del Grano e in parte registrati in loco, si possono riascoltare sul blog del sito segnidinfanzia.org, per veicolare opportunità ed esperienze nell’ambito della cultura. Un evento che dà visibilità alla creatività emergente oltre a fornire strumenti per arricchirla e che nel 2019 ha visto nascere con questo scopo la sezione speciale “Una vetrina sul futuro”. E ancora il festival è uno spazio in cui i linguaggi delle arti vengono messi in campo anche per abbattere le povertà educative, grazie al progetto “E se diventi Farfalla” sostenuto da Con i Bambini nell’ambito del quale grande successo ha riscosso il laboratorio gratuito “I giardini poetici” in cui genitori e figli hanno dato alle emozioni la forma di paesaggi sensibili, creati con oggetti diversi dalle stoffe ai sassi. Non sono mancati momenti di puro divertimento come sul palco dell’Ariston con le bolle giganti dell’Omino della pioggia né la scoperta di concetti importanti, come il valore delle cose, veicolato con storie e musica in Tarabaralla. Si chiude così una nove giorni in cui attraverso il teatro si è stimolata la riflessione e l’immaginazione, generando crescita di consapevolezza e rispetto verso l’altro e verso ciò che ci circonda.