Il lockdown non è “totale” ma i mantovani restano in casa

MANTOVA – Non siamo ancora arrivati alle restrizioni imposte nella primavera scorsa, ma per i mantovani il lockdown parrebbe già iniziato, stando al report sugli spostamenti registrati già fra il 4 ottobre e il 15 novembre sulla base degli utenti registrati e delle loro geolocalizzazioni (raffronto fatto col periodo 6 gennaio – 3 febbraio 2020). Le curve di “vita sociale” sono bruscamente precipitate, e ne vanno in conseguenza le abitudini documentate sulla base di alcuni fondamentali parametri. In considerazione sono stati presi il retail e il tempo libero (comprensivo delle attività motorie fuori casa), il trasporto pubblico, i luoghi di lavoro, le zone residenziali, i parchi e il comparto alimentari-farmacie. In tutti i casi si evidenzia che Mantova non si discosta granché percentualmente dalle rilevazioni effettuate nel resto della Lombardia, dove le abitudini sono comunque cadute in verticale.
Il retail-tempo libero ha subito una flessione media del 75%, e così pure la frequentazione dei parchi e delle aree verdi, dove la geolocalizzazione parla di un -58% di persone. Quasi un 60% in meno insomma di utenti dell’aria aperta e delle aree verdi.
La paura dei contagi negli autobus e nei treni ha fatto rilevare un calo di utenza del -54 percentuale. Cifra che si rispecchia anche nel numero di lavoratori costretto a sospendere l’attività o che la prosegue in smart working: sui posti di lavoro infatti manca all’appello il 35% dei mantovani (media regionale -40%).
Anche lo shopping va in conseguenza, vedendo nell’insieme -43% di mantovani frequentare negozi, supermercati e farmacie, ma solo per numero di uscite, dato che altre rilevazioni indicano nelle case (+18% di permanenze domestiche) le dispense piene.