In piazza per ricordare Floyd: in ginocchio e con il pugno alzato

MANTOVA Tutti a terra, seduti a distanza di sicurezza, con dress code nero e pugno alzato in piazza Sordello. Almeno un migliaio le persone che si sono radunate nella piazza cittadina per manifestare solidarietà al movimento internazionale Black lives matter. In piazza Sordello, dunque, un popolo sensibile alle tematiche legate alla ghettizzazione delle comunità afroamericane, asiatiche e latine ha scelto di testimoniare contro le repressioni istituzionali, strutturate ed invisibili di cittadini che vivono il razzismo. Dopo aver fatto tappa in tante altre città, questa manifestazione spontanea è arrivata anche in riva al Mincio, dove gli organizzatori hanno radunato i manifestanti nella parte nord della piazza e li hanno iniziato a parlare di razzismo, integrazione ed esperienze di vita da parte di chi è arrivato in Italia, ed in particolare a Mantova, come ospite. Una manifestazione marchiata a fuoco dalla sinistra, che in piazza ha portato tutte le proprie associazioni e tutti i propri sodali muniti di cartelloni e striscioni anti razzisti. Non è mancato il classico momento di raccoglimento durato tanto quanto i terribili attimi vissuti da Floyd sotto al ginocchio del poliziotto americano. Quindi, tutti o quasi in ginocchio, e tutti con il pugno alzato. “Non tacciamo con orgoglio alle storie di oppressione, perché non siamo consenzienti all’ingiustizia e ci sentiamo indicati come di serie B, illegali e repressi” secondo una cittadina italiana di seconda generazione. Secondo la referente di Alce Nero, una delle 36 realtà locali che hanno aderito all’iniziativa: “Il razzismo è un male che uccide con decreti che creano disuguaglianza, indifferenza e dolore dove non si riconosce la esistenza degli altri”. I presenti si sono rivolti alle istituzioni, assenti in piazza, per richiamarli con consapevolezza a rispettare i propri diritti e pensare dopo la pandemia con la testa della storia. Enrico Lancerotto, organizzatore dello spazio sociale la Boje e referente dello sportello diritti, sottolinea che si protesta tanto per il razzismo, che le diseguaglianze sociali, alla luce che il covid si sta creando uno stato di bisogno. Tra i tanti interventi, non potevano mancare gli attacchi a Salvini e anche a Montanelli, o meglio alla statua di Montanelli, improvvisamente diventata ingombrante.