In tribunale armati: un caso a settimana

MANTOVA Gente distratta forse, armata di sicuro. Ne capita almeno uno a settimana e raramente passano sette giorni di fila senza interventi da parte delle forze dell’ordine. Sono i casi di porto abusivo di arma che vengono scoperti all’ingresso pedonale del tribunale di Mantova, dotato ormai da quasi otto anni di metal detector. Si tratta quasi sempre di coltellini a serramanico che gli utenti del tribunale “dimenticano” in tasca o nel borsello porta-documenti il giorno che sono convacati per qualche udienza sia come testimoni che imputati. «Qualcuno dice di esserselo dimenticato ed è più che probabile che sia così – spiega una delle guardie giurate che prestano servizio all’ingresso pedonale di via Poma -, ma c’è anche chi fa il furbo. In ogni caso noi siamo tenuti a fare intervenire le Forze dell’ordine». L’ultimo caso in ordine di tempo risale a giovedì scorso, quando un uomo che doveva essere presente a un’udienza per una causa civile, è stato fermato all’ingresso perché nel borsello che aveva fatto passare sui rulli aveva “dimenticato” una piccola roncola. Nella quasi totalità dei casi dal marzo 2014, quando è stato inaugurato l’ingresso sorvegliato con metal detector, gli utenti armati sono di sesso maschile, di età superiore ai 40 anni e in gran parte incensurati, che però rischiano di sporcare la propria fedina penale con un reato per il quale il codice penale prevede fino a 18 mesi di arresto. L’ingresso pedonale sorvegliato era stato voluto dall’allora procuratore capo  Antonino Condorelli e dall’allora presidente del tribunale di Mantova Luciano Alfani, che avevano posto il problema della sicurezza all’interno del palazzo di Giustizia di via Poma, un problema che si era fatto sempre più urgente per gli attacchi terroristici che soprattutto nella prima metà dello scorso decennio avevano segnato un a forte recrudescenza. Il metal detector era stato infine installato ed era entrato in funzione nel marzo 2014. Fin da subito erano iniziate le segnalazioni di persone che entravano armate nelle aule di giustizia. L’arma più usata resta il coltello a serramanico, anche se negli ultimi tempi sono stati sequestrati molti coltelli a forma di carta di credito. Si tratta di coltelli a serramanico il cui manico ha la forma di una carta di credito: facile da far passare inosservato ma non a un metal detector e alla guardia giurata che sta dietro al monitor. Non passano solo armi, comunque, sui rulli: dalla borsetta di un’avvocato era anche uscito un sex-toy in metallo: “regalo per l’addio al nubilato di un’amica” si era giustificata, rimettendo l’attrezzo nella valigetta 24 ore.