Inquinamento, Legambiente attesta che l’aria di Mantova è migliorata

Netta risalita del capoluogo in una classifica nazionale

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MANTOVA La qualità dell’aria di Mantova migliora, ma non abbastanza per dire che si possa respirare a pieni polmoni. Puntuale, arriva a metà gennaio il dossier sulle città più inquinate d’Italia. Purtroppo sono effettivamente ancora troppe le città italiane colpite dall’inquinamento atmosferico. Un’emergenza costante nel nostro Paese non più giustificabile con le avverse condizioni meteo-climatiche della pianura padana o legate alla sola stagionalità invernale come spesso i cittadini sono indotti a credere. Nel 2018 sono stati superati i limiti giornalieri previsti per le polveri sottili o per l’ozono (35 giorni per il Pm10 e 25 per l’ozono) in ben 55 capoluoghi di provincia. In 24 dei 55 capoluoghi il limite è stato superato per entrambi i parametri, con la conseguenza diretta, per i cittadini, di aver dovuto respirare aria inquinata per circa 4 mesi nell’anno. Capofila delle città che nel 2018 hanno registrato il maggior numero di giornate fuorilegge è Brescia con 150 giorni (47 per il Pm10 e 103 per l’ozono), seguita da Lodi con 149 (78 per il Pm10 e 71 per l’ozono), Monza (140), Venezia (139), Alessandria (136), Milano (135), Torino (134), Padova (130), Bergamo e Cremona (127) e Rovigo (121). Tutte le città capoluogo di provincia dell’area padana (ad eccezione di Cuneo, Novara, Verbania e Belluno) hanno superato almeno uno dei due limiti. La prima città non ubicata nella pianura padana è Frosinone, nel Lazio, con 116 giorni di superamento (83 per il Pm10 e 33 per l’ozono), seguita da Genova con 103 giorni (tutti dovuti al superamento dei limiti dell’ozono), Avellino con 89 (46 per il Pm10 e 43 per l’ozono) e Terni con 86 (rispettivamente 49 e 37 giorni per i due inquinanti). Nell’analisi portata avanti come Legambiente nelle campagne Pm10 ti tengo d’occhio e Ozono ti tengo d’occhio si è tenuto conto delle stazioni di fondo urbano o di traffico di ogni città che, per legge, dovrebbero essere quelle che risentono prevalentemente dell’inquinamento prodotto dal traffico urbano. Ciò non toglie che in molte delle città capoluogo risultate fuorilegge, ovviamente, il contributo all’inquinamento è determinato da diverse interazioni tra sorgenti differenti (traffico, riscaldamento, industrie e agricoltura su tutte), e spesso ogni singola città ha delle peculiarità che ne peggiorano lo stato: come il caso di Brescia, dove nelle vicinanze della centralina Villaggio Sereno c’è anche l’autostrada e l’area, in generale, ricade in una zona industriale importante (la stessa situazioni ce l’ha Padova, Terni, Vicenza o Venezia solo per citarne alcune); o come per Lodi e, in generale, molte città lombarde ed emiliane, dove il contributo dell’agricoltura e degli allevamenti intensivi sicuramente accresce quello che è il contributo delle polveri secondarie, la vera fonte su cui intervenire per ridurre l’inquinamento.