La nuova scuola dell’Anconetta parte con mille giorni di ritardo

MANTOVA «Sembra evidente: la parte più consistente del piano Boeri, noto come “Mantova Hub”, è quel che si direbbe un’opera fuori controllo». L’ex assessore all’edilizia della giunta di centrodestra Celestino Dall’Oglio vanta una qualifica virtuale: quella di controllore dei lavori di questo intervento di rigenerazione urbana. «Lo dico in battuta: visto che questo intervento non mi sembra trovare molta sorveglianza, in qualità di libero cittadino mi ci metto in prima persona. Fuori battuta invece – prosegue l’ingegnere – constato che il recupero della ex ceramica dell’Anconetta checché se ne dica ufficialmente, si mostra ancora allo stadio larvale o poco più».
Intanto sia detto che, stando alla tabella di marcia iniziale, pur con tutte le attenuanti derivate dalla pandemia, ad oggi il recupero dell’ex ceramica veleggia verso il ritardo record di oltre mille giorni.
E due sono principalmente i fattori che hanno determinato questi ritardi. «Malgrado l’accelerazione degli ultimi mesi – spiega Dall’Oglio – questo cantiere è nato sotto la stella di varianti su varianti, che come noto comportano sempre dilatazioni nelle tempistiche. A queste, andrebbero aggiunte anche le procedure che hanno registrato in corso d’opera qualcosa come venticinque ditte che hanno operato in regime di collaborazione. Per non parlare dei costi, che rispetto ai progetti d’origine, sono tutti enormemente lievitati: ricordo che il governo Renzi finanziò l’intera opera con 18 milioni, ma già nella prima delibera dell’estate 2017 erano saliti a 27. Ad oggi il conto ha sforato i 31 milioni, e non è finita, se consideriamo che molte delle cose incluse nel piano Boeri sono state stralciate. A questo punto ipotizziamo che a cantieri finiti si arriverà a superare i quaranta milioni? Chi lo sa… Di certo, non possiamo che constatare come sia sul versante dei bilanci che su quello dei cronoprogrammi questo intervento di rigenerazione urbana (che però, diamone atto, era necessario) si è rivelato un’opera fuori controllo, oltretutto senza il sostegno del fondamentale contributo dei privati per 15 milioni, mai arrivato» conclude Dall’Oglio.