Lavoratori a rischio Cgil, prime denunce

MANTOVA – Nel primo lunedì di lavoro dopo la stipula del protocollo per il contrasto al coronavirus, i sindacati sono passati alle vie di fatto denunciando all’Ats e alla Prefettura le situazioni di manifesta violazione e pericolosità per i lavoratori. «Le mobilitazioni dei giorni scorsi e quelle ancora in atto hanno posto l’attenzione sull’enorme preoccupazione dei lavoratori per la loro salute» dichiara il segretario generale della Cgil Daniele Soffiati. «Nei luoghi di lavoro stiamo dando seguito al raggiungimento di intese per l’utilizzo della cassa integrazione, per la riduzione della produzione, per l’allargamento dello smart working. In numerose aziende, a partire dalla Corneliani, sono stati costituiti comitati previsti dal protocollo per l’applicazione e la verifica delle regole di sicurezza».

Per quanto riguarda lo sciopero provinciale di una settimana proclamato nel chimico-tessile, il segretario generale di Filctem Cgil Michele Orezzi spiega: «Con questo sciopero ci siamo posti l’obiettivo di dare tutela ai lavoratori delle aziende non sindacalizzate. Il successo della nostra iniziativa ci fa dire che abbiamo fatto la scelta giusta».

L’applicazione del protocollo nelle attività medio-piccole è infatti uno degli ambiti che destano maggiore preoccupazione alla Cgil. «Sono tante le aziende – aggiunge Soffiati – non attrezzate o non disposte a fronteggiare questa situazione. In tutte le realtà in cui i lavoratori ci faranno presenti mancanze e inadempienze rispetto a quanto previsto nel protocollo (dispositivi di protezione, rispetto delle distanze, sanificazioni) procederemo con segnalazioni e denunce agli organi competenti».
L’ applicazione del protocollo sta avendo, a detta di Orezzi “due facce” molto diverse della stessa medaglia: «Da una parte le aziende sindacalizzate con cui, già in una dozzina, abbiamo costituito, insieme agli Rls aziendali, i comitati per l’applicazione del protocollo che lavoreranno tutti i giorni per garantire la salute e la sicurezza di ogni singolo lavoratore. Dall’altra aziende dove il sindacato non c’è, dove siamo già ricorsi alle prime denunce all’Ats e alla Prefettura (in particolare nell’Alto Mantovano) per comportamenti da medioevo industriale. Queste estreme azioni le avevamo già anticipate pubblicamente venerdì; da oggi iniziamo a farle e non ci fermeremo finché a ogni lavoratore non verranno garantiti i livelli di sicurezza previsti dal protocollo sottoscritto sabato da sindacati, aziende e governo. Di tutte le azioni che abbiamo messo in campo in queste ore per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori, lo sciopero dichiarato era quella di cornice, ma operativamente anche l’ultima a cui ricorrere. Lo sciopero di una settimana dei nostri settori serve per dare un’ultima via d’uscita ai lavoratori artigiani e a quelli delle piccole e medie imprese non sindacalizzate, per non metterli davanti alla scelta tra dover lavorare o dover pensare alla propria salute e a quella dei propri cari. Vedendo le adesioni della giornata di oggi possiamo dire che è stata assolutamente la scelta giusta», conclude Orezzi.
Sciopero permanente
alla Martinelli (Volta)
Frattanto le rappresentanze di base hanno dichiarato uno sciopero permanente alla “Martinelli” supermercati di Volta Mantovana, dove la dirigenza, pur a conoscenza di un caso di coronavirus in una dipendente non avrebbe preso le necessarie misure cautelari verso i colleghi e verso la clientela. «Saremo in sciopero permanente tutta la settimana fino a domenica 22 marzo. Riteniamo altresì che l’azienda in maniera scandalosa – recita il cartello affisso dai Cobas – si mette d’accordo con la Cgil di Mantova condividendo la chiusura dei punti vendita la domenica, e poi gli stessi dipendenti riferiscono di essere obbligati a fare gli straordinari e a saltare i riposi».