L’inquinamento? Colpa della falda

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MANTOVA – È proseguito ieri pomeriggio il processo a carico della Colori Freddi San Giorgio per i reati di omessa bonifica e inquinamento ambientale. Sul banco degli imputati oltre alla stessa azienda, è rimasto il dirigente Renzo Lui, dopo che l’altro dirigente imputato, Franco Bondi, è uscito dal processo per le sue precarie condizioni di salute. Nell’udienza di ieri pomeriggio davanti al giudice monocratico Giovanna Camillo sono stati sentiti i due periti dell’azienda di Virgiliana, i quali hanno di fatto ribadito quanto già rilevato da uno studio del Comune del 2019 da un analogo studio commissionato dall’Arpa. Secondo questi studi all’interno dello stabilimento della Freddi non ci sarebbe alcuna fonte inquinante. Quanto ai veleni rilevati dai campioni di acqua prelevati nello stesso stabilimento, questi proverrebbero dalla falda sotto i laghi. I fatti contestati in questo processo sarebbero analoghi ma commessi in tempi diversi da quelli per i quali era stata pronunciata una sentenza di condanna in passato, e relativi ad un periodo successivo al 2013. Le ipotesi sostenute dalla procura di via Poma andrebbero quindi ricercate nella continuazione materiale di reati già ipotizzati in passato dagli inquirenti. Secondo le accuse i campioni d’acqua prelevati all’interno dello stabilimento di via Barbieri presenterebbero elevate concentrazioni di composti clorurati, composti organici e idrocarburi; tra le altre contestazioni l’aver rilasciato inquinanti nel cavo San Giorgio, oltre all’abbandono di rifiuti sulle sponde dello stesso canale e il loro mancato smaltimento. Nel 2018 l’azienda era stata condannata per fattispecie di reato del tutto identiche a queste dibattute ieri, al pagamento di una super provvisionale da un milione di euro in favore del Ministero dell’Ambiente, oltre ad una seconda provvisionale immediatamente esecutiva di 50mila euro a testa per gli enti di via Roma e di Palazzo di Bagno.