Mascherine non a norma, scatta il sequestro anche a Mantova

MANTOVA – Un potere filtrante dieci volte inferiore rispetto a quanto dichiarato, con conseguenti rischi per il personale sanitario che le aveva utilizzate nella falsa convinzione che potessero garantire un’adeguata protezione. Sono oltre 65 milioni, le mascherine facciali di fabbricazione cinese giacenti in depositi della Sda in tutt’Italia e pronte per la distribuzione, sequestrate ieri mattina dalla Guardia di Finanza della compagnia di Gorizia in quanto non conformi alle normative vigenti e pericolose per la salute. Migliaia erano finite tramite hub regionali anche nel Mantovano, tra strutture ospedaliere e residenze per anziani. L’Ats Val Padana, che nei mesi scorsi le aveva donate a tutte le case di riposo della provincia, si è subito attivata per farle ritirare. Alle Rsa è infatti arrivata una mail dell’azienda sanitaria, su input della Regione – a cui era stato notificato il provvedimento dalla Finanza – di riconsegnare tutti i lotti di Ffp2 e Ffp3 sospetti entro martedì 13 aprile. Migliaia di dispositivi di protezione individuale risultati, ai test delle Fiamme Gialle di Gorizia, poco filtranti e quindi poco efficaci. «L’operazione – fanno sapere dal comando provinciale della Guardia di Finanza di Gorizia – nasce da una precedente inchiesta della procura di Gorizia sui dispositivi di protezione individuale assegnati alle aziende sanitarie del Fvg. Si tratta di un residuo di forniture, per circa 250 milioni di pezzi totali, ereditato dalla precedente gestione della struttura commissariale nazionale per l’emergenza. Le analisi di laboratorio hanno evidenziato che le mascherine non erano conformi alle normative vigenti e quindi molto pericolose per la salute». I finanzieri goriziani, impegnati altresì a rintracciare ulteriori lotti di tale fornitura, stanno ora acquisendo documentazione e dati informatici dall’Agenzia Nazionale per l’attrazione degli Investimenti e lo sviluppo d’Impresa Spa. (Invitalia Spa), per ricostruire le responsabilità nella catena di approvvigionamento e verificare quante mascherine della stessa tipologia siano state effettivamente impiegate o sono tuttora in uso su tutto il territorio nazionale. L’attuale staff del Commissario per l’emergenza ha fornito piena collaborazione per il sequestro di questi 65 milioni di Dpi non a norma.