Mostra “sanguinaria”: Lega e Forza Italia sollevano i primi scudi

Cappellari, Gorgati e Baschieri insieme per boicottare la rassegna al Ducale

MANTOVA «Eravamo convinti che il direttore Peter Assmann avesse accantonato la malsana idea, mentre apprendiamo l’ufficialità dell’esposizione a Palazzo Ducale dell’austriaco Nitsch. E’ una vergogna che il nostro Palazzo debba ospitare questo “artista” che espone animali sventrati e persone nude crocifisse imbrattate da sangue e interiora degli animali sacrificati». È la prima delle invettive all’ufficializzazione della mostra dell’austriazo Hermann Nitsch a maggio, nella reggia gonzaghesca. Una mostra travagliata sul versante organizzativo, che ha dovuto attraversare già l’opposizione di associazioni animaliste lo scorso gennaio, e il diniego della Diocesi al patrocinio per questa mostra voluta dall’associazione Moz-Art.
La frecciata arriva dal consigliere regionale  Alessandra Cappellari, che prosegue: «Con tanti artisti contemporanei, non si capisce perché l’austriaco Assmann, negli ultimi mesi del suo soggiorno mantovano, si sia intestardito proprio con questo personaggio e le sue orge. Questo sì che è Medioevo, altro che il congresso di Verona sulla Famiglia!».
La Lega mantovana, conclude Cappellari, «si unisce al diffuso dissenso e cercherà di impedire l’esposizione di un personaggio che utilizza un linguaggio violento di cui, sinceramente, gli appassionati d’arte e la società tutta possono fare a meno».
In linea con lei  Andrea Gorgati Pier Luigi Baschieri consiglieri di Forza Italia in via Roma: «Mantova non ha bisogno dell’arte provocatoria e macabra di Hermann “Kitsch”. Abbiamo sentito molti commenti in queste settimane e non siamo stupiti che la Curia abbia ritirato il patrocinio alla mostra, così come le associazioni animaliste abbiamo chiesto l’annulllamento di questa esposizione. Già in diverse città le mostre di arte contemporanea del drammaturgo di lingua tedesca sono state prima annunciate e poi annullate. Siamo contro ogni forma di censura nell’arte, ma crediamo che invitare i mantovani a non visitare quanto organizzato al Ducale sia il segnale più concreto per dimostrare che la città vuole ospitare altre forme d’arte contemporanea. Per ogni mostra c’è il suo contenitore e Palazzo Ducale così come Palazzo Te non si prestano a queste tipologie espositive. In attesa della mostra su Giulio Romano, questa vicenda la consideriamo una operazione commerciale e nulla più».