MANTOVA La newco Invitalia-Corneliani è ormai storia compiuta. Ma ciò che più conta, ed è la notizia del giorno emersa ieri, è che il personale sarà pressoché tutto confermato al proprio posto. La “decimazione” prospettata appena due anni fa, quando la proprietà proponeva il concordato in bianco, ormai è solo un brutto ricordo.
Dunque, la quasi totalità dei lavoratori della maison di via Panizza, azienda leader nel settore tessile Made in Italy, manterrà il proprio posto scongiurando la previsione iniziale che avrebbe visto l’esubero di 180 unità. Grazie all’intervento del un nuovo investitore istituzionale (si ricordi che lo Stato è entrato nella compagine societaria al 49% con 10 milioni, grazie all’accordo col Mise siglato in aprile) il marchio è salvo, e su 350 dipendenti 315 – con un’alta percentuale di donne – sono stati riassorbiti. I rimanenti 35, attualmente in cassa integrazione, potranno usufruire degli aiuti messi in campo dalle istituzioni, e dalla Regione in prima fila.
«Siamo soddisfatti per il risultato raggiunto fino ad oggi – ha dichiarato l’assessore regionale alla formazione e lavoro Melania Rizzoli – grazie al lavoro svolto da tutte le istituzioni per la salvaguardia del marchio. Il nostro obiettivo – ha proseguito la Rizzoli – resta la piena occupazione del 100% dei lavoratori. Tutti gli strumenti di politiche attive del nostro assessorato – ha concluso – sono a disposizione dei restanti 35 lavoratori, affinché vengano reinseriti nel più breve tempo possibile» – sottintendendo rispetto all’accordo raggiunto martedì 30 novembre tra il ministero del lavoro, la Regione Lombardia, l’azienda e i sindacati, circa il destino dei dipendenti della sede di Mantova.
Per la Filctem-Cgil vale quanto dichiarato dal ministro dello sviluppo Giancarlo Giorgetti allusivo a un “metodo Corneliani” da potere utilizzare in altre crisi aziendali (Canepa e Sicamb i primi casi, rispettivamente a Como e Latina), «e crediamo che il nostro sia un solco sul quale sia importante investire».