MANTOVA – Secondo quanto a loro contestato avrebbero picchiato selvaggiamente un proprio compagno di cella, accusandolo di essere un confidente della polizia penitenziaria. A processo per il reato di lesioni personali aggravate erano così finiti tre anni fa cinque detenuti della casa circondariale di Mantova. Due di loro, entrambi cittadini tunisini, sono già stati giudicati e condannati con rito abbreviato. Si tratta di Sami Belguit, 36 anni (undici mesi e tre giorni di reclusione) e Maouen Dammak 37 anni (dieci mesi). Lo stesso capo d’imputazione viene quindi altresì contestato ad altri tre detenuti i quali però a suo tempo avevano scelto di avvalersi del rito ordinario. Si tratta degli egiziani Mhammed El Baghdadi, di 49 anni e Yesri Mahmoud, di 58. Il quinto è invece marocchino: Salah Rouhani di 29 anni. La vittima, anch’egli un egiziano di 23 anni, la sera del 24 maggio 2017, era stato raggiunto da una serie di pugni e schiaffi in faccia. Uno dei detenuti lo aveva anche colpito con uno sgabello alla testa, sulle braccia e sul ginocchio sinistro. E mentre la vittima tentava di fuggire era stato anche graffiato sulla schiena. Quattro dei cinque carcerati finiti a processo sono recidivi. Ieri mattina in tribunale si è così tenuta l’udienza dibattimentale davanti al giudice Raffaella Bizzarro. Sul banco dei testimoni uno degli agenti della polizia penitenziaria all’epoca dei fatti in servizio nel carcere di via Poma che ha provveduto a ricostruire in aula la vicenda. Conclusa l’escussione l’istruttoria è stata aggiornata al prossimo 28 novembre per la sentenza.