Pm10 al minimo ma è allarme ozono

La centralina dell’Arpa di piazzale Gramsci

MANTOVA Dove vari fattori climatici e non (leggi: effetti benefici del lockdown) hanno abbattuto la percentuale di polveri sottili nell’aria, altri stanno invece facendo alzare a livelli sempre più preoccupanti la percentuale di ozono (O3). A lanciare l’allarme-ozono è Arpa Lombardia che in un comunicato dell’altro ieri fa notare che “le condizioni di stabilità associate alle temperature di questi giorni favoriscono la formazione di ozono in atmosfera. In base alle previsioni meteo, nel prossimo fine settimana la soglia di informazione dei 180 µg/m³ (la soglia di allarme è a 240) potrebbe essere superata in alcune delle stazioni della rete di rilevamento di Arpa Lombardia”. Per quel che riguarda questa situazione a Mantova la soglia di informazione è ancora abbastanza lontana ma anche se a piccoli passi ci si sta di fatto avvicinando. La media massima giornaliera calcolata su 8 ore dovrebbe essere entro 120 µg/m³, ma nella nostra provincia questo limite viene superato ormai da diversi giorni. Il dato più recente rilevato dalle centraline di Arpa in città, quello relativo all’altro ieri, 12 agosto, è di 142 µg/m³ a Mantova (144 in provincia,  ndr), dopo il picco di 154 del giorno precedente. Di fatto dal 6 agosto scorso nel Mantovano la percentuale di ozono è superiore al limite di 120 µg/m³, un codice giallo di pre-allarme che diventa rosso se si prende in considerazione la massima media mobile che è arrivata 144 µg/m³. Situazione decisamente più tranquilla sul fronte delle micropolveri (Pm10); il valore rilevato il 12 agosto a Mantova è stato di 24 µg/m³ e nel complesso negli ultimi 10 giorni la soglia di attenzione di 50 µg/m³ non è mai stata sfiorata nemmeno lontanamente, visto che il picco massimo di inquinamento da polveri sottili è stato quello dell’11 agosto con 34 µg/m³ a fronte della media di 16,5 negli ultimi 10 giorni.