Post-covid: il nuovo mandato parte con due anni di sofferenza

MANTOVA Non è il programma di mandato, le cui linee verranno depositate entro 90 giorni, ma quello letto dal sindaco in chiusura del consiglio comunale d’esordio al suo secondo mandato può essere letto come la traccia di un disegno amministrativo con scadenza quinquennale. Un disegno che comunque per almeno due anni, avverte Palazzi, dovrà fare i conti con le ricadute economiche, forzatamente negative, della pandemia. Da qui la necessità di non lavorare di conserva, ma di attrarre investimenti per dare corpo permanente al “Piano Mantova” varato a maggio.
Gli ambiti di investimento, nel caso, sono tanti e tutti strategici per una città che vorrebbe risollevarsi crescendo. Sul versante infrastrutturale, prioritari diventano l’asse Sud della tangenziale; a seguire il completamento di Valdaro, le bonifiche del Sin, l’eliminazione dei passaggi a livello (quantomeno i due di Gambarara e Porta Cerese), la riqualificazione del sistema idroviario, e il raddoppio della tratta ferroviaria per Milano.
A prosecuzione dei progetti sviluppati nel primo mandato, si parte con il disegno di potenziare l’offerta universitaria, mantenere l’impegno di rigenerazione urbana, dare maggiore assistenza alle famiglie intervenendo sui servizi domiciliari e forzare sulla Regione per mantenere in città, senza esternalizzarli, i servizi sanitari. Addirittura, al riguardo, il primo cittadino confida nel ritorno di un’unica Ats per il territorio.
Una strategica sinergia con i comuni dell’asse Ostigliese potrebbe sortire un piano con respiro decennale di risanamento dell’aria, mentre entro le mura si proseguirà nell’opera di togliere le auto dal centro con nuovi parcheggi scambiatori e con il potenziamento della mobilità ecosostenibile.
Di fronte al fine, i mezzi possono essere oggetto di contrasto, «ma non importa quante polemiche potranno esserci – precisa Palazzi –: non ci hanno fermato prima, e non ci fermeremo adesso».
Nell’immediato, sabato 24 ottobre è annunciata l’inaugurazione del polo logistico di “Rossetto” a Valdaro; entro 18 mesi verrà varato un piano per vitalizzare i quartieri («che non devono essere considerati periferie, ma essere centro a loro volta») con servizi e attività; entro un paio d’anni anche i servizi bibliotecari verranno potenziati aprendo almeno mezza giornata il centro “Baratta” anche le domeniche, ed entro il 2023 decollerà un piano per sostenere le arti, con massima attenzione al teatro.