Presi con sei quintali di pesce: pescatori di frodo denunciati dalle guardie ittiche

Parte del pesce sequestrato ai bracconieri

MANTOVA  Tre persone denunciate e oltre sei quintali di pesce sequestrato. Questo il bilancio dell’operazione anti bracconaggio portata a termine, all’alba di ieri, dai carabinieri del comando di via Chiassi e dai volontari del servizio di vigilanza ittica della Federazione italiana pesca sportiva e attività subacquea (Fipsas) di Mantova.
E sono state proprio le guardie ittiche virgiliane, durante la loro costante attività di monitoraggio notturno del territorio, ad intercettare a “lavoro” ormai concluso un gruppetto di giovani pescatori di frodo dell’Est Europa. Erano infatti circa le 4 del mattino quando, da uno stradello arginale in località Sacchetta a Sustinente, gli equipaggi della sezione Fipsas provinciale hanno notato sbucare un vecchio Fiat Fiorino di colore bianco.
Visto l’orario, ai sette volontari impegnati in quel momento nella perlustrazione dell’area tra il Mincio e il Tartaro-Canalbianco, non ci è quindi voluto molto per intuire il motivo della presenza in zona di quel furgoncino. Così, cercando di non farsi notare e rimanendo sempre a debita distanza, le guardie ittiche si sono messe alle calcagna del veicolo sospetto, pedinandolo lungo l’Ostigliese e nel frattempo avvisando le forze dell’ordine. Fino alle porte del capoluogo ove, superato il polo industriale di Valdaro, i militari del radiomobile di Mantova sono entrati in azione bloccando i fuggitivi nei pressi dell’area di servizio Af Petroli. A carico dei tre soggetti a bordo del mezzo, tutti cittadini rumeni in trasferta da Adria, in provincia di Rovigo, è quindi scattata la perquisizione. All’interno del van, oltre ad un gommoncino e a diverse reti e canne da pesca, rinvenuti circa sei quintali di pesce tra esemplari di Lucioperca, Carpe (alcune del peso di anche 20 chilogrammi l’una), Siluri e Bren. Sul posto per i successivi accertamenti del caso anche i carabinieri forestali e gli uomini del corpo di polizia provinciale e vigilanza ittico venatoria, a cui sono rispettivamente toccate le operazioni di identificazione dei tre giovani fermati, deferiti per l’ipotesi di bracconaggio, e di sequestro del mezzo e smaltimento del pesce pescato illegalmente, in questo caso di specie anche tramite utilizzo di appositi elettrostorditori ma però abbandonati lungo il tragitto (e poi reuperati in un fossato), una volta resisi evidentemente conto di essere seguiti dalle auto dei volontari Fipsas.