Pums, quel piano da 90mila euro è rimasto nei cassetti

MANTOVA È riconosciuto addirittura come assessorato a sé quello della mobilità sostenibile, in linea con gli indirizzi comunitari, e che già nel primo mandato del sindaco Mattia Palazzi ha sortito quel Pums (piano urbano della mobilità sostenibile) che doveva integrare il Put (piano urbano del traffico). L’elaborazione del Pums, basata sullo studio e sulle rilevazioni della Mobility in Chain costato 90mila euro, è tuttavia rimasto in larga parte disatteso.
Molte cose sono cambiate in corso d’opera circa le progettualità dell’amministrazione di via Roma. Molte altre si sono invece rivelate di difficile realizzazione. Altre ancora restano come idee spese dai tecnici, da realizzarsi però quando e come e se si potrà.
Ha trovato stravolgimento, circa la mobilità di Porta Cerese, il progetto di ampliare il passaggio a livello e consentire la sola svolta a destra per i veicoli in uscita da via Visi su via Parma; il maxi progetto di sottopasso della tratta Mantova-Monselice in capo a Rfi ha stravolto quel piano ormai superato. Altrettanto superato il prospettato allargamento del sottopasso di viale Montello con l’annunciato sottopasso ciclopedonale da realizzarsi attingendo ai fondi del Pnrr. E non solo.
Non si parla ormai più di istituire percorsi ciclopedonali in via Dugoni, via Chiassi e via Principe Amedeo, per i quali gli uffici hanno già elaborato alcuni rendering poco convincenti, che avrebbero ridotto eccessivamente le sedi carrabili e così pure i posti auto, che invece l’amministrazione voleva mantenere fermi nei numeri attuali.
Nemmeno hanno trovato compimento le proposte della Mobility in Chain di colorare le strade in modo tale da ridurne all’apparenza le carreggiate e, per effetto psicologico, le velocità degli autoveicoli. Insomma, molte idee, si recrimina dalle opposizioni, ma pochi fatti.