Sicurezza, l’allarme della città: serve un giro di vite

MANTOVA Dopo il tentato stupro e le rumorose lamentele dei pubblici esercizi, si alza spontanea la domanda dal chiacchiericcio della quotidianità: a Mantova esiste un problema di sicurezza? Le varie anime dell’agone politico sono portate ad annuire o scuotere negativamente la testa ma i fatti di cronaca dell’ultima settimana non possono essere ignorati, anche solo perché si insinuano come un veleno nella percezione del senso di sicurezza collettivo.
L’amministrazione del capoluogo è chiara nella linea da seguire: «Abbiamo notato come nelle ore tarde ci siano state diverse risse e vogliamo portare queste problematiche nel tavolo della Prefettura – assicura l’assessore alla sicurezza Iacopo Rebecchi –: nel Comitato ordine e sicurezza della Prefettura si sta lavorando con il concorso di tutte le forze di polizia per rafforzare il presidio in diverse zone della città, centro compreso. La polizia locale oggi è presente fino all’una di notte, 7 giorni su 7. Dobbiamo rafforzare i coordinamenti perché è evidente che in alcune zone si sono manifestati episodi di violenza che creano insicurezza e che nessuno intende sottovalutare. Siamo a disposizione dei cittadini» conclude.
«Soddisfatto per l’interessamento dell’amministrazione, che comunque non è mai mancato – commenta Mattia Pedrazzoli del Bar Brasile –. Continuiamo il lavoro iniziato qualche mese fa, anche perché ci confrontiamo da qualche tempo in stretta sinergia con le forze dell’ordine, un collegamento diretto che forse sarebbe da sviluppare meglio».
Conclude: «Solleciteremo un altro tavolo in Prefettura, consapevoli che le proposte già fatte siano al vaglio dell’autorità competente: la cosa urgente da fare rimane qualche presidio notturno in più (ad esempio, in zona Mamu) e sanzioni severe nei confronti di chi utilizza il plateatico a locale chiuso, soprattutto nelle ore notturne».