MANTOVA Ventisei anni, nove campionati di Serie C con quasi 150 partite disputate, il difensore Erik Panizzi è uno degli elementi più esperti del nuovo Mantova. Negli ultimi tre anni ha vissuto in prima persona un paio di fallimenti societari (Reggiana e Robur Siena), ragion per cui, pur avendo sempre giocato con continuità, è animato da una grande voglia di riscatto. «È vero – spiega – . Sia a Reggio che a Siena stavo bene, ma fuori dal campo le cose non sono girate al meglio. Qui a Mantova cerco il rilancio, anche a livello personale».
Che impressione hai ricavato in queste prime settimane di lavoro?
«Intanto la consapevolezza di essere in una piazza importante. Anche la squadra promette bene. Nelle due settimane in città abbiamo lavorato in maniera professionale. Penso sia un buon punto di partenza».
Ora vi siete trasferiti a Montese…
«Sì, abbiamo 15 giorni davanti per affinare il lavoro sul campo e conoscerci meglio. Ma posso già dire di aver ricavato ottime impressioni dai miei compagni: sono tutti bravissimi ragazzi con cui si lavora bene».
Conoscevi qualcuno di loro?
«Finocchio perchè è di Reggio Emilia come me. E poi Guccione, ma di fama».
E con mister Troise come procede?
«Ci siamo trovati subito bene. È un gran lavoratore, che cura i dettagli e privilegia l’aspetto tattico».
Il tuo ex ds alla Reggiana, Giuseppe Magalini, sostiene che il Mantova abbia fatto un bel colpo ingaggiandoti…
«Lo ringrazio e… spero di non deluderlo!».
Per chi non ti conosce, che tipo di giocatore sei?
«Nasco come terzino sinistro in una difesa a 4. Poi per necessità mi sono adattato a fare anche il centrale in una difesa a 3. Non ho preferenze».
Nell’organico di Troise sei uno dei più esperti: più onori o più oneri?
«Mah, alla fine si va tutti in campo con lo stesso obiettivo. Che tu sia giovane o meno, cerchi sempre di dare il meglio di te stesso».
Hai affrontato sia il girone A che il B: cosa ti auguri per il Mantova?
«Si pensa che il B sia più ostico, ma guardate che anche l’A non è semplice. Al di là di questo, sta a noi trovare le risorse per fare risultato».
Quanto è penalizzante giocare in stadi vuoti?
«Come dicevo prima, Mantova è una piazza importante calcisticamente parlando, con un pubblico appassionato e caloroso. È un peccato non si possa contare su questo fattore. Speriamo almeno negli ingressi limitati».
Per concludere: quale obiettivo ti poni per questa stagione?
«A livello di squadra la salvezza. Quanto a me, spero in un’annata più fortunata rispetto all’ultima di Siena. Io, come ho sempre fatto, cercherò di dare il meglio».