Sospette frodi alimentari nei salumifici, l’inchiesta arriva a anche a Mantova

MANTOVA Diverse perquisizioni presso alcuni macelli della Lombardia e del Piemonte sono state disposte dalla procura di Cremona per verificare eventuali violazioni o frodi nell’esercizio del commercio sulla produzione di carni destinate al circuito dei prosciutti Dop di Parma e di San Daniele. Le perquisizioni, che hanno riguardato i territori di Castelverde, Vescovato, Mantova, Cuneo e Asti, sono state eseguite dagli ufficiali di polizia giudiziaria del settore repressione frodi del ministero delle Politiche Agricole di Roma. Nella nostra provincia i controlli hanno interessato la Prosus di Vescovato e l’azienda Pini di Castelverde. Le indagini, di cui si stanno occupando i pm Ilaria Prette e Davide Rocco, mirano ad accertare se nel circuito alimentare vengano inserite carni con caratteristiche difformi da quelle indicate nelle normative imposte dal disciplinare del prosciutto Dop di Parma e di San Daniele. La documentazione sequestrata verrà attentamente vagliata per trovare eventuali difformità rispetto a quanto dettato dalla disciplina in materia. L’indagine della procura di Cremona riguarda in particolare i tempi di allevamento, che non sarebbero quelli dichiarati. Le regole, anche in questo caso, sono molto precise, e indicano che un suino debba raggiungere il peso ideale in nove mesi, mentre qui i tempi effettivi sarebbero inferiori. La procura, anche per prevenire casi che potrebbero diventare potenzialmente pericolosi, vuole vederci chiaro, e capire come mai il peso ideale di certi animali sia stato raggiunto in tempi più ridotti rispetto a quelli indicati dalla normativa. Al momento non ci sono indagati. Sono numerose le frodi commesse nel settore del commercio e della sicurezza alimentare. Nota, ad esempio, l’inchiesta sulla genetica condotta nel 2016 dalla procura di Torino che vide migliaia di sequestri in tutta Italia per una frode che coinvolse un centinaio di allevatori accusati di aver fecondato suini con seme di una razza non prevista dalla Dop. In sostanza, aggirando le regole imposte dalla tradizione dei prosciutti più pregiati, le aziende avevano fecondato interi allevamenti di suini con il seme del duroc danese, che risulta estremamente vantaggioso perché genera animali più prestanti, che crescono rapidamente e con meno mangime, e rendono decisamente meglio sul mercato. La normativa, invece, prevede che i maiali debbano essere allevati e cresciuti in Italia.