Sottopasso di Porta Cerese a Mantova, parte la conferenza di servizi

MANTOVA – Sono 4.300 i passaggi a livello che Rete ferroviaria liana (Rfi) è intenzionata a eliminare assecondando le nuove normative. Tra le sbarre più problematiche campeggiano quelle di Porta Cerese, su cui ieri, nella sede territoriale della Cgil, si sono confrontate le posizioni della stessa azienda dei trasporti che finanzia l’opera, l’amministrazione comunale e i comitati civici interessati all’intervento. Il tutto in previsione della conferenza di servizi che partirà fra dieci giorni per chiudere l’iter progettuale e passare alla fase di gara.
Presentato dal sindaco Mattia Palazzi (affiancato dagli assessori all’urbanistica e lavori pubblici Murari e Martinelli), l’ingegnere Giovanni Tamburo, della direzione investimenti di Rfi, ha sviscerato le linee essenziali del sottopasso, o anzi, dei sottopassi che si andranno a realizzare nel complesso nodo viario. Uno sforzo di oltre 32 milioni che cerca di superare vincoli e problemi complessi in termini viabilistici e ambientali con un’estensione lineare che parte dalla rotatoria di via Donati, correrà in doppio senso di marcia lungo via Parma, e dopo il bypass della linea ferroviaria Mantova-Monselice risalirà all’altezza dello stadio Martelli con una doppia rotatoria che distribuisce il traffico di tutte le arterie lì convergenti.
Un’impresa davvero complessa ma non impossibile, sostiene il tecnico, che già in fase di studio di fattibilità deve fare i conti con le pendenze delle rampe: saranno del 7%, dice Rfi, ma pronta pure a recepire gli indirizzi della Provincia che consiglia di abbassarla almeno di un grado.
Sul versante viabilistico, come già anticipato dalla Voce nei mesi scorsi, la novità sostanziale consiste nella corsia dedicata che andrà a sottopassare i binari per convogliare il traffico da Sud in via Brennero. I semafori spariranno, conferma l’ingegnere Tamburo, scongiurando le code in cui pure lui è incappato ieri venendo dall’autostrada: «Diciassette minuti di coda – ha commentato – per poche centinaia di metri da via Brennero a via Visi».
Il traffico diretto in città e fuori città verrà invece convogliato tramite un secondo sottopasso in via Visi con due ampie corsie: 3,5 metri ognuna, cui si aggiungono due marciapiedi da 1,5 metri per parte. Insomma, 10 metri circa di trincea. Vien da sé che l’allargamento della sede stradale sarà per lo più a ridosso di Te Brunetti.
Sul piano tecnico poi, Rfi ha predisposto anche un sistema imponente di raccolta delle acque meteoriche in grado di far fronte a eventi particolarmente avversi tramite ampie vasche di accumulo supportate, in caso di necessità, anche da pompe idrovore con gruppi elettrogeni. Per ogni dettaglio l’ingegnere ha esposto dettagli con varie slide che fra meno di due settimane porterà sul tavolo della conferenza.
Dal canto suo il sindaco si è soffermato sulla progettualità completa che vuole rappresentare il punto di svolta del sistema viabilistico cittadino. Del resto, ha detto, non è pensabile mantenere lo stato dei fatti dove solo a Porta Cerese transitano ogni giorno 12 treni dalle 5 di mattina al primo pomeriggio; altri 15 dal pomeriggio alle 2 di notte e altri 2 negli orari notturni.
«L’eliminazione dei passaggi a livello – ha sostenuto Palazzi – è il primo dei tre punti su cui si gioca la trasformazione del sistema viabilistico». Il secondo è senza dubbio «il potenziamento di Valdaro per sviluppare una viabilità alternativa a quella su gomma per il traffico delle merci». Infine, il terzo punto, la definizione dell’Asse sud «per spostare i mezzi pesanti senza farli più entrare nella città, e per il quale ho chiuso al Mit, il ministero dei trasporti, un’intesa per finanziare anche quell’asse attraverso l’Autobrennero in sede di opere da realizzarsi per il rinnovo della concessione autostradale».