Spaccio, tre anni e nove mesi a “nonno eroina”

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MANTOVA –  Fermato per un controllo a bordo della propria auto era finito nuovamente nei guai per spaccio di sostanze stupefacenti. Gli uomini della Squadra Mobile, infatti, trovandolo in possesso di alcune dosi di eroina e conoscendone perfettamente trascorsi e curriculum criminoso, avevano deciso di approfondire la questione sottoponendolo altresì a immediata perquisizione domiciliare. Un lungo elenco di precedenti specifici che gli erano valsi altresì, vista l’età, l’appellativo di “nonno eroina”. E quell’ulteriore ispezione, a casa del pusher aveva ancora una volta colto nel segno e portato al suo inevitabile arresto. A processo per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti era così finito esattamente un anno fa A.P., 73enne pregiudicato residente a Borgo Angeli. I fatti a lui ascritti risalivano nella circostanza al 5 novembre 2018. In tale occasione all’interno del suo appartamento gli agenti avevano rinvenuto un quantitativo complessivo di poco inferiore ai nove grammi di eroina, in parte già suddivisa in ventuno dosi pronte per la vendita e il resto sottoforma di mezzo ovulo del peso di cinque grammi ancora da tagliare, oltre ad un bilancino di precisione e materiale atto al confezionamento dello stupefacente. Ieri mattina l’epilogo giudiziario in primo grado della vicenda. Conclusa l’istruttoria dibattimentale l’imputato, difeso dall’avvocato Matteo Merchiori, riconosciuto colpevole dei reati a lui ascritti è stato quindi condannato dal giudice Raffaella Bizzarro a tre anni e nove mesi di reclusione a fronte dei cinque anni e dieci mesi – quasi il massimo edittale della pena – chiesti in requisitoria dal pubblico ministero Carmela Sabatelli. Già annunciato ricorso in appello da parte della difesa.