Stalking alla ex, 48enne condannato

MANTOVA Nonostante il proprio matrimonio si fosse concluso da tempo non si era rassegnato alla fine di quella relazione, prendendo così a porre in essere reiterate condotte moleste e minacciose ai danni della ex moglie. Con l’accusa di stalking, nonché di danneggiamento aggravato, era così finito sul banco degli imputati un 48enne campano residente a Castiglione delle Stiviere. I fatti a lui ascritti risalivano nello specifico al periodo compreso tra il marzo del 2020 e il giugno del 2021. Una situazione questa che aveva portato la persona offesa a vivere in un continuo stato d’ansia e di preoccupazione circa la propria incolumità. La donna infatti, per prevenire possibili occasioni di pericolo, era stata costretta nel tempo a modificare le proprie abitudini di vita, per evitare di limitare il più possibile l’eventualità di incontrare l’ex marito – già sottoposto ad ammonimento del questore – con il quale, tra l’altro condivideva lo stesso posto di lavoro. L’ex marito, come appurato dagli inquirenti, era difatti solito pedinarla, attendendola sia sotto casa che davanti all’azienda dove entrambi erano assunti come dipendenti. Inoltre, sempre nell’ampio ventaglio della casistica a lui ascritta, in più occasioni aveva contattato telefonicamente la parte lesa minacciandola, nonché altresì facendo riferimento all’acquisto da parte sua di una pistola e un fucile asserendo in siffatta circostanza di «non aver nulla da perdere» e di «essere pronto per un gesto eclatante». Sempre stando al novero della accuse, l’uomo aveva anche minacciato di toglierle loro figlio, insegnando a quest’ultimo tra l’altro, come usare in danno della madre applicazioni audio e video per poter registrare i discorsi della donna, oltre ad invitarlo a fotografarla per sapere come si vestiva quando usciva. Infine, per quanto attiene, il secondo capo d’imputazione, si era reso responsabile della foratura dei pneumatici anteriore dell’auto della vittima. Ieri l’epilogo giudiziario della vicenda, per quanto concerne il processo di primo grado. Comparso innanzi al gup Antonio Serra Cassano, l’imputato, difeso dall’avvocato Emanuele Luppi, è stato quindi condannato a due anni di reclusione con pena sospesa.