Straniero viaggia senza biglietto. Insulti e naso rotto al capotreno

MANTOVA Non mostra il biglietto al capotreno e ne nasce un alterco che finisce con un pugno sul volto al responsabile del convoglio. Da qui la comunicazione alle forze dell’ordine e il fermo del treno sui binari per quasi un’ora, con inevitabile ritardo e il polverone conseguente ben prevedibile sia a livello aziendale che sindacale.
La sintesi è quella di una scena quasi ordinaria sui treni nazionali, e quasi non farebbe notizia se non fosse per l’epilogo violento che ha visto suo malgrado protagonista passivo un capotreno di Mantova sulla tratta che collega la città virgiliana a Milano. Una linea di per sé già resa vulnerabile da una molteplicità di fattori.
Questa volta il guasto non era alle linee o al materiale rotabile. Il problema è sorto poco dopo la partenza del convoglio regionale da Milano, quando il capotreno, un mantovano come detto, ha chiesto ai viaggiatori la verifica del ticket. Il treno era partito poco prima alle 10.15 dalla stazione centrale, quando il controllo è toccato a un cittadino straniero che ha palesato al controllore di esserne sprovvisto.
Alla notifica della sanzione è però nato un battibecco col capotreno, che ha cercato di mantenere la calma nonostante le intemperanze del viaggiatore. Invano. Dal dialogo si è passati agli insulti, e dagli insulti alle mani. Il viaggiatore in un impeto d’ira ha sferrato un pugno in pieno volto, sul naso del capotreno, che ferito si è visto costretto a segnalare alla centrale operativa l’accaduto. A quel punto il treno è stato fermato alla stazione di Lambrate, dove ad attenderlo c’era una pattuglia della Polfer e un altro capotreno per sostituire in servizio quello ferito.
Un’operazione, questa, che comunque è costata anche ai viaggiatori una imprevista sosta sui binari di 55 minuti, che hanno causato un ritardo non più recuperato lungo il tragitto con destinazione Mantova.
Inevitabili le rimostranze e rivendicazioni dei sindacati di categoria. Ma anche l’associazione dei pendolari ha fatto sentire la propria voce. «È una vita che andiamo chiedendo misure di sicurezza e di vigilanza per il personale a bordo del trasporto pubblico – commenta il segretario provinciale dell’Utp, sindacato degli utenti, Andrea Bertolini –. Chi smonta dal servizio deve poter avere la garanzia di tornarsene a casa propria con le ossa intere. Sempre da una vita chiediamo alle società di trasporto di non effettuare i controlli a bordo dei treni o degli autobus, se non da personale specializzato, pagato dalle stesse società. E dire che basterebbe applicare il vecchio regio decreto, tutt’ora in vigore, che dà accesso ai binari solo ai passeggeri già provvisti di biglietto. Ma evidentemente è chiedere troppo che si rispettino le norme vigenti».