Treni allo sfascio: ritardi e cancellazioni

MANTOVA Impossibile persino contarli tutti. Ad ogni poco arriva in redazione un aggiornamento sulla giornata nera delle ferrovie mantovane, che specialmente sulle tratte lombarde hanno fatto registrare quasi più cancellazioni che arrivi. Complice il caldo, che ha fatto saltare persino gli impianti e creato disfunzioni sugli scambi, per chi ieri si è trovato a che fare con gli spostamenti in treno, anche il termine odissea è parso superato. L’avvisaglia la si è avuta col treno 2656, in partenza alle 12.41 da Mantova, soppresso per un guasto alla linea a Castellucchio.
A seguire, quattro convogli in partenza da Milano, o hanno accusato ritardi pesanti, oppure sono stati addirittura soppressi. Il 2657 delle 16.20 è stato cancellato dai tabelloni delle partenze per mancanza di materiale rotabile; il 2659 delle 17.15 è partito con un ritardo di un’ora per il malfunzionamento dell’impianto di climatizzazione; ancora di un’ora il ritardo del 2661 delle 18.15 per difficoltà a reperire il materiale rotabile; infine, il 2662 delle 18.41 è rimasto fermo un’ora tra Piadena e Cremona per un guasto causato agli impianti – a detta del personale di bordo – dal caldo eccessivo.
Su altre linee, in ogni caso, non sono mancati i problemi. Il Bologna-Verona ha accusato un ritardo di 30 minuti per gli scambi in tilt fra Poggio Rusco e Ostiglia, e addirittura il Frecciargento in partenza alle 18.29 da Roma ha lamentato un’ora di ritardo già alla partenza per difficoltà nell’allestimento del treno. Insomma, una giornata di pena, sicuramente aggiornabile con ulteriori ritardi o problemi.
«Speriamo che questa sia una vetrina utile al governo centrale per recepire la nostra istanza di riportare sotto Trenitalia i convogli regionali – lamenta  Andrea Bertiolini, segretario provinciale dell’Utp, il sindacato dei viaggiatori –. Mi appello ai parlamentari mantovani perché facciano qualcosa: nel 2003, coi vecchi treni, non c’erano tutti questi problemi».