Troppi capi e troppi liquami: l’ecosistema non regge i fanghi

MANTOVA – Mantova L’ambiente Padano «sta tirando le cuoia», e non è solo un discorso di aria, malgrado le ben note criticità. Anche il suolo e il sottosuolo stanno soffrendo, secondo il portavoce del M5S on. Alberto Zolezzi, che accusa l’eccesso di fanghi tossici, antibiotici, falde acquifere sono eutrofizzate e vulnerabili ai nitrati, a causa di allevamenti intensivi che andrebbero a suo dire dimezzati. «L’ambiente Padano è morto e credo sia necessario evitare di sparare sul cadavere con “digestati equiparati” a fertilizzante, ma non credo ci si arriverà per il semplice fatto che l’ambiente non dipende da emendamenti: l’ambiente è sovvertito nel bacino Padano, la desertificazione sta procedendo inesorabile».
Analisi tecniche e commerciali, sottolinea il deputato pentastellato, «evidenziano chiaramente che ci vorrebbero 2 pianure Padane per gestire tutti gli animali e gli effluenti zootecnici prodotti, se importiamo 14 milioni di tonnellate di cereali in Italia, in gran parte a scopo di foraggio per gli animali; e se importiamo cereali, vuol dire che dovremmo avere 150% della Sau per i soli animali italiani».
Limitando il discorso alla Padania che contiene oggi circa 120 milioni di animali da allevamento intensivo, «che dovrebbe essere doppia per gestire tutti gli effluenti, e che sta marcendo negli ultimi anni, nei soli ultimi 5 anni si sono riscontrati il raddoppio dell’eutrofizzazione, la desertificazione. Qui arriva metà dell’acqua degli ultimi 10 anni per la riduzione delle nevi».
Per Zolezzi insomma «non si può più giocare con gli antibiotici a scopo anabolizzante grazie al regolamento UE 6/2019 che tanto il M5S ha spinto. in 5mila anni di agricoltura intensiva non si era mai degradato il suolo e le falde: l’agroindustria in poco più di 10 anni ha fatto marcire tutto, senza parlare di rese agricole, di flora batterica del suolo, di composizione chimica del suolo dopo i molteplici spandimenti. Chiunque ama il suolo dovrebbe verificare prima e dopo la stagione di spandimento» conclude Zolezzi.