Truffa dello specchietto: ecco come agiva il “professionista”

MANTOVA – Si appostava nei parcheggi dei supermercati dove individuava le proprie vittime, in genere delle donne che andavano a fare la spesa, quindi armato di un tubo di gomma danneggiava gli specchietti delle loro auto. Quando la vittima risaliva a bordo e ripartiva lui la seguiva, bloccava e reclamava il risarcimento di un danno allo specchietto della sua auto. Si è aperto ieri il processo a carico di  Giacomo Di Giovanni, un nomade professionista della truffa dello specchietto. L’uomo è accusato di almeno tre episodi, due tentati e uno andato a segno, avvenuti nell’aprile di tre anni fa in alcune zone dell’Alto Mantovano. In particolare ieri si è parlato di episodi avvenuti nella zona di Castel Goffredo. Il modus operandi era sempre lo stesso secondo quanto ricostruito da carabinieri e polizia locale, grazie soprattutto alle immagini delle telecamere dei parcheggi dei supermercati in cui il truffatore era entrato in azione. L’uomo arrivava con la sua auto, con lo specchietto laterale sinistro penzolante come da copione, quindi una volta individuata la vittima danneggiava il suo specchietto laterale con un tubo di gomma, quindi quando quella ripartiva si metteva a seguirla per bloccarla e reclamare per il danno che diceva che gli era stato provocato. In almeno un caso sarebbe riuscito a intascare 40 euro da una donna convinta a risarcirlo sui due piedi invece di passare per assicurazione. Altre due persone che aveva preso di mira invece non ci erano cascate e avevano chiamato i carabinieri. Ieri sono state sentite tre vittime del truffatore. Il processo è stato poi aggiornato ai prossimi mesi.