Turismo al top, ma è guerra sui numeri

MANTOVA I numeri sono relativi, a quanto pare. Il sindaco Mattia Palazzi ha trovato la grancassa dei social network per esprimere la gioia tripudiante di fronte ai dati dell’Osservatorio turistico provinciale che ha documentato nel 2018 un aumento delle presenze turistiche sul 2017, con un incremento del 13 percentuale di stranieri.  E molte altre slide mettono in relazione gli anni del suo mandato amministrativo, evidenziando una costante crescita. Crescita che non si è arrestata quando si temeva cessasse l’effetto del fatidico anno 2016, quando la città vinse il bando di capitale italiana della cultura.
A guastare la festa però arriva quella stessa opposizione che il primo cittadino già nel proprio post su Facebook considera viziata da capzioso livore. Anzi, per lui è addirittura possibile incrementare quei numeri. «Continueremo a fare di Mantova la capitale della cultura. Tutto questo sta generando economia, servizi, posti di lavoro, una città più attrattiva e riconosciuta a livello nazionale e internazionale. Il 31 agosto daremo il via all’anno di Giulio Romano. Mantova sarà ancora al centro dell’offerta culturale del Paese», scrive Palazzi.
Sul fronte opposto, il capogruppo di Forza Italia, ospite a TeleMantova per una tavola rotonda specifica sul turismo, guarda invece con diffidenza queste cifre, che a suo avviso denunciano i limiti di una politica incapace di stabilizzare i flussi dei visitatori. «Siamo al solito turismo “mordi e fuggi”, anche se gli arrivi documentano una Mantova sempre più attrattiva – commenta il consigliere azzurro –. Ma resta il fatto che le presenze forestiere sono pressoche per metà rappresentate da gente che viene dalla Lombardia, dal Veneto e dall’Emilia Romagna. Insomma, abbiamo un “turismo di prossimità”, che non riesce a penetrare nel giro dei grandi tour operator. Oltretutto – prosegue – le presenze sono state calcolate in 1,71 giornate di media, il che significa che i visitatori arrivano e non si fermano. Ciò significa che la città non riesce nemmeno a fare rete con i comuni che potrebbero servire a trattenere il turista»,
Ancora il capogruppo della opposizione entra nel merito di uno strumento che l’amministrazione ha promesso da tempo ma non ancora realizzato: «C’era nel programma elettorale di Palazzi costituire un soggetto pubblico-privato in grado di fare promozione turistica 365 giorni all’anno. E proprio questo è il punto: senza questo tipo di politica, la città sarà costretta a vivere quei lunghi periodi morti che vanno da novembre a febbraio. Qui, dopo il Festivaletteratura e una piccola coda ottobrina, non si vede più nulla. Tutti ci auguriamo che la mostra di Giulio Romano inverta il trend, ma le premesse, visto che Palazzi si appassiona tanto ai suoi numeri, ci portano a ben altre considerazioni. I numeri sono quelli di Verona e del comparto del Garda. Il sindaco sbandiera tanto quei 126mila arrivi all’anno a Mantova, ma a Verona questi sono quantificati in 4 milioni. Capite? 126mila contro 4 milioni. Sul Garda 2,5 solo d’estate. Anche questi sono numeri» conclude Baschieri.