Udienza preliminare inchiesta “Grimilde”, davanti al gup proseguono le audizioni

MANTOVA – È proseguita ieri nell’aula bunker del carcere bolognese della Dozza l’udienza preliminare del processo di ‘ndrangheta scaturito dall’inchiesta “Grimilde” e che vede indagate 83 persone tra cui il boss Francesco Grande Aracri, i figli Paolo e Salvatore e l’ex presidente del consiglio comunale di Piacenza Giuseppe Caruso. Nella precedenti sedute dopo le costituzioni di parte civile e le presentazioni delle istanze per avvalersi di riti alternativi (circa 44 abbreviati e 9 patteggiamenti) si era quindi proceduto da parte del gup della Dda felsinea Beatrice Ronchi ad avanzare al gup richiesta di rinvio a giudizio per i restanti 26 indagati che hanno scelto di difendersi andando al dibattimento tra cui gli stessi Paolo e Francesco Grande Aracri. Se la settimana scorsa erano stati i fratelli Antonio e  Cesare Muto a rilasciare dichiarazioni al giudice ieri è toccato invece parlare a Roberto Pistis, 54enne residente a Brescello, Matteo Pistis, 23enne di Brescello, Laura Cappello, 49enne di Brescello, Francesco Paolo Passafaro, 23 anni, Giuseppe Passafaro, 51enne originario di Isola Capo Rizzuto, e Pietro Passafaro, 25 anni, questi ultimi tre tutti residenti a Viadana. L’operazione di polizia e Dda sul radicamento delle cosche calabresi in Emilia e in particolare a Brescello, aveva portato il 25 giugno del 2019 a sedici arresti e alla contestazione a vario titolo di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, trasferimento fraudolento, di valori, intermediazione illecita, e sfruttamento del lavoro, danneggiamento, e truffa aggravata. In tale vicenda giudiziaria nella duplice veste di parti offese e indagati figurano anche i vertici della riseria Roncaia di Castelbelforte, il 49enne mantovano Claudio Roncaia e il 63enne pavese Massimo Scotti, amministratore delegato e socio dell’azienda accusati in concorso con altri di truffa aggravata per consentire erogazioni pubbliche.