Un mantovano tra i manager di Rai Corporate

A capo delle Relazioni istituzionali c'è Stefano Luppi, originario di San Benedetto Po.

Stefano Luppi (al centro nella foto)

MANTOVA C’è anche un mantovano tra i manager scelti per i vertici di Rai Corporate. Si tratta di Stefano Luppi, originario di San Benedetto Po che e da quasi trent’anni si è trasferito nella capitale nell’azienda di viale Mazzini. A San Benedetto Po abitano ancora i genitori di Stefano Luppi, il cui padre, Luciano Luppi è tra i fondatori del’Associazione degli Astrofili che ha sede a Gorgo di San Benedetto dove si trova anche l’osservatorio astronomico. Quanto a Stefano Luppi, nei mesi scorsi è stato nominato a capo delle Relazioni Istituzionali. Laureato a pieni voti in Scienze Statistiche all’Università degli Studi di Bologna, Stefano Luppi è entrato in Rai a inizio anni 90 e nell’azienda di viale Mazzini è cresciuto finoi a raggiungere questa prestigiosa carica grazie a una nomina che viene letta come una risposta alle pressioni della politica. Nell’immaginario collettivo le nomine Rai sono infatti sinonimo di spartizione tra partiti di governo e intrallazzi tra politicanti. Una logica che sarebbe però sfuggita lo scorso maggio quando l’ad Fabrizio Salini ha varato le nomine dei direttori della Corporate, che sono state salutate dalla stampa specializzata come autentiche sorprese in questi ambiti. E tra queste, secondo la redazione di Prima Comunicazione, la vera sorpresa è stata proprio la nomina del manager mantovano a capo delle Relazioni Istituzionali, “dove – scrivono quelli di Prima Comunicazione – il presidente Foa ( Marcello Foa,  ndr), si dice, fosse lo sponsor di Fabrizio Ferragni, in carica da pochi mesi, e invece Salini ( Fabrizio Salini, Ad della rai,  ndr) vista la delicatezza dell’incarico, ha deciso di nominare il suo vice Stefano Luppi che lavora da sempre alle Relazioni Istituzionali, ha buone relazioni con la politica e i politici, conosce a menadito le normative della Rai, cura da sempre le convenzioni e il contratto di servizio e da vicedirettore aveva la delega ai Rapporti con la Vigilanza”. Scelte professionali che in larga misura premiano la tecnostruttura Rai, commentano ancora da Prima Comunicazione al riguardo, sottolineando come la belligeranza tra i due partner di governo che all’epoca delle nomine erano impegnatissimi nella campagna elettorale per le europee, avrebbe distratto i due leader proprio da queste nomine che avrebbero così premiato la meritocrazia interna dell’azienda anziché l’appartenenza politica.