Violenza contro le donne, la strada da fare è ancora molta. Incontro alla Cisl

MANTOVA Legge e norme sono sufficienti per arrestare la violenza contro le donne? Una domanda alla quale è stato dato ampio spazio di risposta ieri mattina, presso la sede della Cisl, durante una partecipata tavola rotonda alla quale hanno preso parte la prefettura; il questore Giannina Roatta; il sostituto procuratore della Repubblica, Elisabetta Favaretti; l’avvocato penalista, Beatrice Biancardi e il consigliere di parità della provincia di Mantova, Gaia Cimolino. “Come Cisl siamo presenti in tutti i luoghi di lavoro con le nostre rappresentanze – parole di Patrizia Rancati, segretario Ust Cisl Asse del Po – capaci di essere sentinelle e veicolo di consigli ma anche essere persone capaci di intercettare i bisogni e le richieste di aiuto: è emerso stamattina che molte volte le persone non si rivolgono per paura e non hanno la forza di chiedere aiuto. Le nostre Rsu ci riportano problematiche legate al lavoro ma anche segnalazioni di molestie. E il tema della violenza non si ferma alla sfera femminile: si parla anche di minori, di cyberbullismo, o di discriminazioni di genere, persone allontanate dalla famiglia a causa del proprio orientamento sessuale. Cosa è emerso stamattina? Di strada ne abbiamo ancora da fare, ma possiamo farcela”. A lato, l’intervento dell’onorevole Antonella Forattini: “Come membro della commissione femminicidio, bicamerale, seguiamo con attenzione sia il tema della prevenzione ma anche della formazione degli operatori che seguono le donne vittima di violenza. Purtroppo non più lontano di quindici giorni fa, durante i lavori della legge per l’inasprimento delle pene, c’era anche il tema di educazione all’affettività, parte volutamente stralciata, perché parlare di educazione all’affettività nelle scuole, fa paura. Oggi, invece, si legge una narrazione sui giornali diversa: dobbiamo portare nelle scuole questi temi”. Spero si arrivi all’obiettivo che ci eravamo proposti”. “Un fenomeno grave che può essere sconfitto attraverso una grande alleanza tra scuola, istituzioni, società civile, mondo dell’informazione- Dino Perboni, segretario generale Cisl Asse del Po – Oltre alla repressione e a condanne esemplari, bisogna puntare su un’inclusione vera, che permetta ad ogni donna di disporre liberamente della propria vita. Il lavoro è la prima forma di emancipazione, anche per questo servono adeguati strumenti di protezione e di assistenza per un concreto reinserimento socio-lavorativo di chi è stata vittima di soprusi”.
Antonia B.Baroni