MantovaMusica. Bach avvincente per il successo di Iakov Zats e Stefano Giavazzi alla Madonna della Vittoria

MANTOVA  Terzo e conclusivo appuntamento per il ciclo di concerti dedicati da MantovaMusica, nella formula DiciottoeTrenta, alla produzione di J. S. Bach (1685-1750) relativa al periodo trascorso alla Corte di Anhalt-Köthen, il concerto di venerdì ha avuto come brillanti protagonisti Iakov Zats, viola, e Stefano Giavazzi, pianoforte, apprezzati interpreti di pagine avvincenti, nate per viola da gamba e clavicembalo. Ex chiesa della Madonna della Vittoria gremita per questa occasione in cui il programma ha offerto all’ascolto le tre Sonate ideate da Bach per i due strumenti che all’epoca erano in gran voga e prediletti per esecuzioni in ambienti di limitata dimensione, anche in considerazione delle loro aggraziate combinazioni timbriche. Iakos Zats e Stefano Giavazzi hanno proposto le tre Sonate in una dimensione sonora ben diversa dall’originale, con la viola e il pianoforte secondo la trascrizione edita nel 2019 della casa editrice Bärenreiter. Le loro accurate interpretazioni hanno evidenziato l’assoluta attendibilità di questa combinazione strumentale che indubbiamente rappresenta un salto notevole soprattutto nella dimensione acustica dei due ruoli. Apprezzabile la cura con cui Stefano Giavazzi ha dedicato il suo impegno nel cercare un equilibrio di volume tra pianoforte e viola, a tratti inevitabilmente non ottimale, ma comunque pregevole nella sua coloritura calda e improntata al fluido dialogare. Come ha opportunamente indicato il musicologo Andrea Zaniboni introducendo il concerto, le Sonate BWV 1027 in sol magg., BWV 1028 in re magg. e BWV 1029 in sol min. sono esempi chiari della genialità di Bach nel fare interagire lo strumento ad arco con altre due voci prodotte in modo autonomo dalle mani alla tastiera. Sicuramente interessante si è rivelato l’ascolto di queste tre composizioni che, nel caso delle prime due la forma di riferimento è nel modello in quattro tempi delle Sonate da chiesa, mentre quella conclusiva, in tre tempi, si distingue per una maggiore libertà d’invenzione e di alternative ritmiche, funzionali alla piacevolezza complessiva della pagina. Lunghi, calorosissimi i meritati applausi del pubblico per la prova offerta da Iakov Zats e Stefano Giavazzi (direttore artistico di MantovaMusica, qui anche nel ruolo di pregevole concertista) affrontando pagine particolari dell’eccezionale opera strumentale di Bach, sviluppata con straordinari esiti nel corso dei sei anni trascorsi alla Corte di Anhalt-Köthen, tra il 1717 e il 1723. Fuori programma, a completare il successo di Iakos Zats e Stefano Giavazzi, il toccante ricordo di Massimo Repellini, loro collega recentemente scomparso, evocato con l’intensa suggestione emotiva di Kaddish di Maurice Ravel (1875-1937). (gmp)