Piacenza, venerdì “Dalla parte delle cattive”

PIACENZA Sono le streghe, le matrigne, le sorellastre che popolano le fiabe più celebri dell’infanzia: le “cattivissime” diventano protagoniste dello spettacolo, al debutto in prima assoluta venerdì 13 gennaio alle ore 10.30 al Teatro Municipale di Piacenza, dal titolo Dalla parte delle cattive.

Nell’ambito della Stagione Young 2022/2023 rivolta alle scuole, che proporrà nei prossimi mesi anche Il flauto magico e Sogno di una notte di mezza estate, l’appuntamento vedrà sul palcoscenico Ottavia Fusco Squitieri nel ruolo di cantAttrice, accompagnata al pianoforte da Orietta Caianiello, pronta a raccontare tra recitazione e canto le cattive di cinque celebri fiabe: la Regina di Cuori di Alice nel Paese delle Meraviglie, le sorellastre di Cenerentola, la fata Malefica de La bella addormentata nel bosco, la Strega del Mare de La Sirenetta e la matrigna di Biancaneve. Lo spettacolo, con la messa in scena di Angelo Desideri, è una nuova commissione affidata ad Accademia della Libellula.

Cinque scrittrici e sei compositrici si sono confrontate con i personaggi fiabeschi per mostrarli da un punto di vista inconsueto, componendo i cinque melologhi dello spettacolo. I racconti sono usciti dalla penna delle scrittici Annalisa Comes, Stefania Aphel Barzini, Cinzia Della Ciana, Barbara Fiorio, Alessandra Vinotto; le musiche sono state composte da Cinzia Pennesi, Carla Magnan e Carla Rebora a quattro mani, Barbara Rettagliati, Rossella Spinosa, Roberta Vacca. Un team tutto al femminile per riflettere sull’importanza e sui significati del lato oscuro delle favole.

Spiegano infatti le autrici: “Le fiabe, come noto, attraverso un necessario processo di semplificazione, descrivono i molteplici aspetti che compongono la personalità dell’essere umano, facendo incarnare vizi e virtù ai vari personaggi delle vicende che narrano. Ma, a ben pensarci, il vero motore delle storie che hanno accompagnato la nostra infanzia sono proprio i personaggi negativi: orchi, streghe, matrigne e sorellastre, perché senza di loro il bene non potrebbe mai vincere sul male. E senza voler scomodare troppo la psicanalisi, che tanto si è soffermata sul significato profondo delle favole, i cattivi rappresentano soprattutto quegli aspetti del nostro inconscio che nessuno oserebbe confessare. Perché, in fondo, chi non ha mai provato almeno una volta una punta di invidia per l’amica bella e geniale o per la collega perfettina che riesce in tutto quello che fa? Chi non si è sentito ferito per essere stato escluso dalla festa più glamour della scuola? E chi non soffre quando, invecchiando, si ostina a confrontarsi con l’inarrivabile bellezza della gioventù?”.