Stefano De Martino a teatro racconta se stesso in musica

MANTOVA È il primo spettacolo live di Stefano De Martino. “Meglio Stasera”, scritto con Riccardo Cassini durante la pandemia, va in scena il 23 febbraio al Teatro Sociale. È un “quasi one man show” perché il 34enne artista napoletano non salirà da solo sul palco ma verrà accompagnato dalla band di Bar Stella, la Disperata Erotica Band, e da un corpo di ballo.
De Martino, cosa deve aspettarsi il pubblico da questo spettacolo?
“Due ore da trascorrere in spensieratezza, con il sorriso sulle labbra, con tanta musica dal vivo, balli e alcuni racconti inediti su di me che spero piacciano”.
Non è un po’ giovane per uno spettacolo autobiografico?
“Autobiografico sì ma non autocelebrativo. Un po’ come quando a scuola ti chiamavano alla lavagna e ti chiedevano un argomento a piacere. È l’argomento sul quale sono più preparato. Non intendo vendere il sogno della chiave del successo ma raccontare quello che ero prima dell’approdo in televisione, quando ho iniziato a lavorare, senza voler insegnare niente a nessuno”.
Quasi un one man show. Uno spettacolo ambizioso?
“Sì. È il modo di fare spettacolo che piace a me, alla vecchia maniera, analogico con una band dal vivo. L’impegno è di fare qualcosa di spettacolare che lasci lo stupore negli occhi”.
Qual è il suo rapporto con Mantova?
“Novello. Ci sono stato solo una volta tanti anni fa e non vedo l’ora di tornarci. La mattina, prima dello spettacolo, avrò tempo per fare un giro e scovare qualche piccolo grande tesoro”.
Ballerino, conduttore, intrattenitore, showman. Come si definisce?
“L’etichetta è sempre difficile. Showman direi che racchiude tutte queste cose. Pensare a compartimenti stagni è una cosa molto italiana. Secondo me si tratta di vasi comunicanti”.
Siamo alla vigilia di Sanremo. Le piacerebbe un giorno condurre il Festival?
“Certo. Chi non vuole farlo in realtà mente. Sanremo per me è materia di studio, lo guardo con un occhio tecnico per analizzare, di anno in anno, le diverse interpretazioni che ne danno i vari direttori artistici. Mi piacciono i grandi classici e le loro visitazioni. Bonolis, Chiambretti, Conti per finire con Amadeus che l’ha traghettato in un’epoca più digitale”.
Televisione e teatro. Quale preferisce?
“Della televisione mi piace l’idea di entrare in casa delle persone, far loro compagnia. Mi piacciono meno i tempi televisivi, a volte troppo stretti. A teatro, invece, lo stesso spettacolo viene proposto ogni sera a un pubblico diverso. Questo permette di sperimentare e affinare il tiro. ‘Meglio stasera che domani o mai’, cantava negli anni Sessanta Miranda Martino in una piccola canzone gioiello arrangiata da Morricone. È quello che penso anch’io”.
Il rapporto con il pubblico e i social. Come riesce a gestire tanta attenzione, mediatica e femminile?
“Lavorando. Il lavoro è la mia isola felice. Piuttosto che pensare a quante persone mi giudicano, come è giusto che sia, penso a cosa fare. Creando progetti mi salvaguardo da quello che gli psicologi definiscono overthinking”.