Violino protagonista in Duomo per gli auguri in musica dell’Accademia Virgiliana

MANTOVA Note di pregiata bellezza, appassionate interpretazioni e la solenne atmosfera del Duomo hanno impreziosito gli auguri natalizi dell’Accademia Virgiliana, appuntamento benaugurante che venerdì sera ha concluso la XIII edizione della rassegna “I Concerti dell’Accademia”. La calorosa approvazione del folto pubblico presente nella Cattedrale di San Pietro è il meritato riconoscimento per le apprezzate interpretazioni offerte da Paolo Ghidoni, violino solista e concertatore alla guida degli Archi dell’Accademia Virgiliana. Aperto dai saluti del presidente dell’Accademia Roberto Navarrini e dalle note introduttive della curatrice dell’evento Paola Besutti, il programma della serata ha tracciato un percorso musicale che, partendo dal tardo barocco si è esteso fino alla contemporaneità attraverso un’avvincente sequenza di brani strumentali, con il violino assoluto protagonista. Con il Concerto in sol min. BWV 1056 di J. S. Bach (1685-1750) e ancor più con il successivo Concerto D96 in la magg. di Giuseppe Tartini (1692-1770), limpidi esempi tanto della geniale architettura bachiana quanto dell’affermazione dello spirito e del gusto italiano, si è potuta apprezzare la vibrante espressività del violino, sorretta da una notevole esigenza tecnica che Paolo Ghidoni ha saputo affrontare con grande proprietà esecutiva. Proseguito con la piacevole vena romantica di Meditation in re min. op. 42 di P. I. Tchaikovsky (1840-1893) e lo slancio spirituale di Nigun di E. Bloch (1840-1893) nella trascrizione di Federico Donadoni, il concerto è approdato al Preludio e Allegro di Fritz Kreisler (1875-1962), pagina del 1910 che si ispira allo stile antico. Composizione caratterizzata da fresca ispirazione, con trasparenti citazioni di Bach e Vivaldi, e competente utilizzo della variegata espressività del violino, dai toni più delicati agli effetti più spettacolari. Una dimensione strumentale che ben si adatta alle doti virtuosistiche di Paolo Ghidoni che, anche in questa occasione, si sono coniugate con un’efficace capacità comunicativa. I prolungati applausi hanno accomunato i protagonisti del concerto, concluso con il fascino delicato di Oblivion di Astor Piazzolla, altrettanto apprezzato fuori programma. (gmp)