Car fluff, una settimana alla decisione finale Cresce l’apprensione tra i cittadini

SORGA’ / HINTERLAND – Ancora una settimana e poi si saprà se la discarica per residui polimerici non riciclabili risultanti dalla frantumazione delle autovetture rottamate, detti “car fluff”, potrà insediarsi a Pontepossero di Sorgà, in località De Morta (zona agricola al confine con il Mantovano ricca di biodiversità e di certificazione IGP per il riso vialone nano). Cosa che auspica la società Rottami Metalli Italia, non di certo i residenti dei 13 Comuni che da tempo hanno sottoscritto un accordo quadro per respingere un progetto che rischia di compromettere irrimediabilmente la salubrità del territorio. Per rafforzare la rete di contrasto alla discarica sono stati coinvolti anche Confagricoltura, Coldiretti, associazioni di caccia e pesca, e dal punto di vista politico partiti di maggioranza e minoranza a tutti i livelli (consiglieri provinciali, regionali, parlamentari ed europarlamentari). Senza dimenticare i due Comitati ambientalisti nati appositamente per la causa e associazioni inserite nei tessuti sociali dei vari Comuni. Il pronunciamento finale (previsto, salvo ulteriori rinvii, per il 25 maggio) è di competenza dalla Commissione Via regionale, che pur nella legittima autonomia decisionale dovrà pur tenere conto della contrarietà perentoria e unanime espressa dai territori veneti e lombardi. Frattanto è venuto a galla un retroscena che striderebbe con la regolarità dell’iter procedurale. La precedente conferenza dei servizi era stata rimandata a data da destinarsi, non senza mugugni da parte delle Amministrazioni che si oppongono al mega impianto, per motivazioni “tecniche”. Questo aveva dato modo alla RMI di presentare, lo scorso 5 aprile, nuovi elaborati integrativi. «Documenti sui quali non abbiamo voluto produrre osservazioni non dovute – segnala Greta Rasoli, assessore all’Ambiente del Comune di Sorgà – per il semplice fatto che il termine ultimo per presentarli, come ci è sempre stato indicato, era fissato per gennaio». I documenti integrativi al centro della discussione non sarebbero infatti previsti dalla normativa vigente, se non per specificare quelli già precedentemente presentati nelle sedi opportune, ma lasciando comunque inalterata la sostanza del progetto che indipendentemente dalla rivisitazione, presenta evidenti impatti negativi dai punti di vista ambientali, economici e sociali sui territori circostanti.

Matteo Vincenzi