Criminalità organizzata a Roverbella? I cittadini chiedono più controlli

Diversi gli eventi che alimentano questa preoccupazione

municipio roverbella
Il municipio di Roverbella

ROVERBELLA  Il tema sicurezza a Roverbella è sempre più all’ordine del giorno soprattutto nel pensiero comune degli abitanti del capoluogo e delle frazioni.
È divenuto il denominatore comune del dibattito tra i cittadini, ad esempio, l’ipotesi che in questo territorio al confine delle province di Mantova e Verona si vada facendo sempre più concreta l’ipotesi che la malavita organizzata stia ponendo le proprie radici.
Ad alimentare questo pensiero sono taluni eventi succedutisi in questi ultimi periodi. Mentre da un lato vi è l’impegno costante e tangibile dell’istituzione locale, in Comune in primis, delle forze dell’ordine, dai carabinieri al Corpo di Polizia Intercomunale, e del Controllo di Vicinato per evitare l’ampliarsi del fenomeno, dall’altra vi sono segnali che alcune persone considerano a tutti gli effetti campanelli d’allarme da non sottovalutare. Taluni roverbellesi, infatti, nell’esternare le loro forti preoccupazioni per come si sta manifestando con maggior chiarezza l’agire intimidatorio di organizzazioni malavitose riconducibili a mafia, camorra o ‘ndrangheta ripercorrono quelle che per loro sono le tappe significative di questa evoluzione del fenomeno. All’inizio del nuovo millennio Roverbella giunse sotto i riflettori della cronaca nera per atti intimidatori che vennero posti in essere in particolare nei riguardi dell’allora primo cittadino. Atti che lasciavano intendere come il territorio roverbellese poteva essere divenuto, suo malgrado, di un certo interesse per gli affari della malavita organizzata.
Nel 2007 Roverbella, poi, finisce all’interno di un’indagine di respiro nazionale relativa al tema del riciclaggio di denaro derivante da attività illegali riconducibili a clan camorristici.
Qualche anno più tardi, nel 2015, la tragica scomparsa di un giovane consigliere comunale, morte che ha lasciato molto dubbi, e  non solo nei riguardi dei suoi cari ma in gran parte della comunità roverbellese, non è ancora stata archiviata come suicidio, contribuì ad alimentare il timore di un rafforzamento della presenza di fenomeni di mafia e ‘ndrangheta. Tra il 2016 ed il 2017 altri avvenimenti hanno contribuito ad aumentare il disagio sofferto dalla comunità roverbellese, a tutti i livelli, che si è sempre dimostrata poco incline a favorire il proliferare del fenomeno. Anche la recente scoperta, con il relativo sequestro, di un laboratorio tessile artigianale abusivo non ha fatto altro che aumentare la preoccupazione nelle persone che l’ipotesi di una presenza ed una operatività della malavita organizzata nel territorio roverbellese non sia più tale. Di conseguenza vi sia la necessità che venga predisposto un monitoraggio più attento della situazione. (p.b.)