“Il medico di base resti qui”, scatta la petizione di Cavriana e Ponti

CAVRIANA/SOLFERINO – È arrivato ormai quasi un anno fa, poco prima che scattasse il lockdown e città e paesi si trovassero alle prese con una pandemia di portata mondiale. E ora, a qualche settimana dalla sua partenza, sia a Cavriana che a Ponti sul Mincio decine di cittadini hanno firmato una petizione indirizzata ai rispettivi sindaci, con la richiesta che il medico di base Ziad Barakat non venga trasferito o non si sposti verso altri lidi.
Proprio così. Perché da quando è arrivato nei due paesi collinari, dove svolge il proprio servizio come medico sostituto, sia i suoi pazienti che in generale la cittadinanza non hanno avuto difficoltà a rendersi conto della passione e dell’abnegazione con la quale Barakat, di origini libanesi, svolge il proprio lavoro. Questo sia durante il durissimo periodo del lockdown, sia nella situazione più ordinaria (per quanto possa essere l’attuale una situazione ordinaria) che è seguita alla serrata generale.
E ora, saputo che il medico entro la fine dell’anno dovrebbe trasferirsi, sia a Cavriana che a Ponti è scattata una petizione con la quale i cittadini chiedono ai sindaci  Giorgio Cauzzi e  Massimiliano Rossi di farsi portavoce presso Ats di una semplice richiesta: “Il medico rimanga qui tra di noi”.
A Cavriana la petizione con raccolta firme si è conclusa ed è già stata consegnata al primo cittadino; a Ponti invece è iniziata solo di recente e i moduli da firmare sono stati distribuiti qui e là in paese.
«Il medico – raccontano due tra i promotori della petizione di Ponti – è sempre presente ai suoi doveri, si trattiene in ambulatorio ben oltre il suo orario, dispensa consigli a tutti, quando viene chiamato si precipita nelle abitazioni dei pazienti e tanti altri mille esempi del genere. Ad esempio una mattina, sebbene fossero solamente le 7, ha incontrato una signora al bar e visto che ha notato che aveva problemi alle gambe, l’ha subito portata in ambulatorio per prestarle le cure del caso. A Ferragosto un’altra signora si è sentita male davanti alla chiesa: anche in questa occasione l’ha portata e medicata nel suo ambulatorio. Pare – confidano i promotori della racolta firme – che questa sua predisposizione nell’aiutare gli altri sia arrivata anche al sindaco di Monzambano (Giorgio Cappa,  ndr) che lo avrebbe già contattato. Naturalmente da sostituto – è la conclusione – percepisce un compenso molto inferiore con il quale riesce a malapena a pagarsi gli spostamenti. Per questo chiediamo se fosse possibile che il dottor Barakat rimanesse qui nelle nostre comunità in modo definitivo».
Le possibilità però al momento sembrano abbastanza poche. «Il dottor Barakat – afferma il sindaco di Ponti  Massimiliano Rossi – è arrivato in paese su mia personale richiesta dato che a differenza di Cavriana l’ambulatorio a Ponti è facoltativo. Da tempo ci stiamo impegnando per una sua stabilizzazione, ma il dottore a fine anno dovrà recarsi nel suo paese per motivi famigliari. Ats era disposta a incaricare un medico supplente durante la sua assenza garantendogli il posto al suo ritorno, ma il dottor Barakat per ora non ha dato disponibilità. Sono costantemente in contatto con Ats che sta provvedendo alla sostituzione. C’è da dire che gli assistiti di Ponti sono pochi e l’offerta è poco appetibile e ho anche chiamato una dottoressa del paese per chiederle se fosse interessata. Il dottor Barakat sa quanta stima nutriamo nei suoi confronti, una stima che abbiamo direttamente manifestato più volte. Se la petizione potrà far cambiare idea al medico e ad Ats – conclude Rossi – ne sarò felice. Dal canto nostro il Comune ha sempre lavorato, lavora e lavorerà per continuare ad avere i medici a Ponti sul Mincio».