La marcia dei 150 per la scuola di Cavriana. Presidio davanti al municipio, ma il sindaco non c’è

CAVRIANA Protesta doveva essere e protesta è stata. Un corteo di quasi 150 persone tra mamme, papà, bambini e insegnanti ha sfilato per le vie di Cavriana, chiedendo in modo pacifico ma a gran voce e con slogan ad effetto una risposta chiara dal sindaco Matteo Guardini rispetto alla questione scuole medie al centro delle polemiche. L’obiettivo del corteo è stato infatti di contestare la decisione del sindaco di far rientrare temporaneamente gli alunni nell’edificio scolastico attuale, in attesa che il nuovo ottenga la tanto agognata agibilità, e di rivendicare una sistemazione più appropriata. Il folto gruppo di manifestanti, cartelloni colorati e megafono alla mano, si è ritrovato in piazzale San Sebastiano e da lì si è mosso verso il municipio, dove ha richiamato l’attenzione del sindaco perché si presentasse per dare spiegazioni. Così non è stato: anzi, il corteo ha trovato il suo ufficio deserto. La tappa successiva è stata l’attuale sede delle medie, ritenute dai manifestanti inadatta a riaccogliere gli alunni, al punto da meritare uno striscione amaro che recitava: «Io ho già dato, lasciatemi andare in pensione». L’alternativa pretesa è invece l’impiego condiviso da parte di medie ed elementari della struttura che alberga ora queste ultime, come ripetuto proprio davanti alla primaria, raggiunta in seguito. Infine il corteo è giunto davanti al nuovo plesso scolastico, costato 4 milioni di euro e ritenuto già pronto. La portavoce delle mamme ha dichiarato: «Protestiamo perché non abbiamo risposte dall’amministrazione. A 55 giorni all’inizio della scuola non sappiamo ancora dove andranno i ragazzi. L’intenzione del sindaco è quella di farli rientrare nel vecchio edificio. Ma quello stabile era già stato definito inagibile dallo stesso Guardini 10 anni fa. Ci sono muffe, infiltrazioni d’acqua, un locale impianti che si allaga fino al terzo gradino quando piove, un tetto distrutto e una palestra con la rete perché cadono i calcinacci – e continua – Con lavori minimi si può fare spazio nella primaria. Ma il sindaco si ostina con il vecchio plesso. Noi non siamo d’accordo. Chiediamo che i ragazzi vengano sistemati alla primaria e poi alla nuova scuola, pronta da mesi e a norma, come dimostrato nella riunione pubblica di due settimane fa. Guardini faccia il suo dovere: metta i nostri figli in una scuola sicura, poi apra quella nuova». Una madre ha replicato: «Nelle attuali medie un alunno è scivolato dalle scale in marmo, bagnate per via delle infiltrazioni. Per andare in bagno, i ragazzi dei piani superiori dovevano passare dalla scala antincendio. L’anno scorso, con i temporali, la scuola ha subito ulteriori danni», seguita da una docente, che ha dichiarato: «Confermo tutto. Siamo preoccupati per l’incolumità dei ragazzi e nostra. L’inverno scorso c’era anche il problema delle caldaie, alcuni ragazzi dovevano restare in classe con le coperte per scaldarsi. È una situazione incresciosa. E intanto abbiamo una scuola nuova pronta all’uso, ma chiusa, senza una motivazione reale».