Suzzara bocciata la commissione, Zanini: “Più info sulle comunità etniche del territorio”

SUZZARA – Le differenze di pensiero che intercorrono tra la sinistra suzzarese e i consiglieri di minoranza del gruppo Lega sono emerse nuovamente nell’ultima seduta di consiglio dove, tra i tanti punti da affrontare, vi era anche il testo di mozione presentato, nei giorni precedenti, dagli esponenti del Carroccio, concernente la costituzione di una commissione consiliare con funzione di approfondimento e divulgazione degli aspetti socioculturali e giuridici osservati dalle comunità religiose presenti a Suzzara. A tal riguardo, il consigliere di minoranza Guido Andrea Zanini è ulteriormente intervenuto su quanto accaduto in consiglio: « Di fronte alla nostra proposta di istituire una commissione consiliare con il compito di approfondire e divulgare i principi e le osservanze delle comunità etniche – afferma l’esponente del Carroccio – le cui sedi verranno avallate dal piano delle attrezzature religiose, ne sono uscite di tutti i colori: pure l’etichetta del “dittatore!” Non è dittatura ritenere importante che i nostri concittadini siano informati delle usanze e dei principi che osservano le comunità etniche presenti nel Comune di Suzzara e alle quali si stanno concedendo quattro sedi territoriali, principi con forti contrasti con la Costituzione e con la Dichiarazione dei diritti universali umani – spiega il consigliere – Crediamo che la reciproca conoscenza delle culture sia la premessa fondamentale per una corretta integrazione e che sia invece l’ignoranza la radice dell’odio razziale e della xenofobia. Durante la seduta – conclude Zanini – è stato detto anche che questi temi sarebbero di competenza della Commissione pari opportunità. La Commissione pari opportunità di Suzzara è un organismo purtroppo privo di trasparenza, che ha smesso di pubblicare i verbali delle proprie sedute il 4 aprile 2017. È un’istituzione nata all’insegna della discriminazione tra uomini e donne: il suo regolamento prevede infatti che durante la prima seduta siano nominati a maggioranza assoluta “la Presidente”, “la Vice-presidente” e “il Segretario”, stabilendo così fin da subito il sesso di quelle cariche elettive, in piena violazione sia della Costituzione italiana che della Dichiarazione universale dei diritti umani».