Tracimazioni controllate, sperimentazioni solo negli affluenti

L’idea nascerebbe in seguito ad alcuni eventi alluvionali del passato

gli spaccano il vetro e rubano l'autor mentre passeggia nei boschi del po

SAN BENEDETTO La tracimazione controllata è un’idea di sperimentazione che potrebbe essere applicata ma solo sugli affluenti del Po e rappresenta una questione a parte rispetto ai progetti di rinforzo e innalzamento degli argini del fiume per i quali la Regione ha stanziato 15 milioni di euro: questo, in estrema sintesi, ciò che l’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, nella persona del segretario generale  Meuccio Berselli, ha riferito ai rappresentanti del territorio del Basso Mantovano nel corso dell’incontro svoltosi ieri mattina a San Benedetto Po.
Un incontro cui hanno partecipato il presidente del Consorzio Oltrepò Mantovano  Fabrizio Nosari, i sindaci del territorio e, in rappresentanza di Aipo, l’ingegner  Marcello Moretti.
Un incontro in cui i Comuni non hanno certo nascosto la loro preoccupazione ma ricevendo dallo stesso Berselli una serie di precisazioni che abbiamo raccolto a margine dell’incontro e che non si discostano molto da quanto affermato dallo stesso segretario generale due mesi fa, in un articolo pubblicato sulla “Voce” il 6 dicembre scorso: «La sperimentazione di una tracimazione controllata è stata presa in considerazione pensando ad alcuni eventi alluvionali che hanno riguardato, in un passato recente, il Secchia nel Modenese, e l’Enza a Lentigione di Brescello – ci ha detto – Per questo motivo è qui che si è concentrata la nostra attenzione, al fine di capire se una tracimazione controllata, per fiumi che non hanno una portata paragonabile a quella del Po, possa essere attuata per evitare rotte disastrose come quelle che si sono verificate». Berselli ha poi ribadito che altra cosa è il progetto di innalzamento degli argini in alcune zone dell’asta fluviale – Mantova ma anche Piacenza e il Delta – che, come ci ha precisato lo stesso Moretti di Aipo, riguarda un rafforzamento, innalzamento e ingrossamento degli argini al fine di renderli più solidi in caso di eventi di piena che presentano effetti più consistenti rispetto a quelli del passato. Questo sia per fa sì che gli argini siano più solidi in caso di fenomeno sismico ma anche più performanti in caso di piene eccezionali che possano portare il fiume vicino alla quota di sfioro.