San Giorgio La compagna Celeste lo ha reso papà della piccola Olimpia giusto un mese fa. Il tecnico del MantovAgricoltura San Giorgio Stefano Botticelli passa quindi il tempo a casa a districarsi tra impiego, famiglia e basket. L’impegno per lui non manca in questo periodo di lockdown del Paese e di tutto il mondo sportivo. «Riesco a lavorare – spiega il coach biancorosso – da remoto da casa: sono responsabile di un’agenzia di trasporti della filiera alimentare; quindi per noi il lavoro è paradossalmente aumentato. Con le ragazze della squadra ci sentiamo, certo, ma il nostro è uno sport di contatto, viviamo in gruppo e finché non ci saranno tempi migliori è difficile programmare qualsiasi cosa. Intanto studio, seguo i corsi online, i clinic, anche se il tempo non è tantissimo tra il lavoro e la bambina che richiede attenzione. Per fortuna ho almeno il giardino per prendere un po’ d’aria». Le biancorosse, costrette lontano dalla palestra, nel frattempo si tengono in forma a casa come tutti gli sportivi e in più, ogni sera, collegate su Zoom, seguono i programmi del preparatore atletico Stefano Purrone. «Tutte cercano di mantenere la speranza che la situazione migliori. La cosa positiva è che in società stiamo tutti bene, nessuno fortunatamente ha avuto problemi. Ora bisognerà attendere dopo il 4 maggio le indicazioni del governo. Parlando di ripresa, noi tecnici di A1 e A2 abbiamo una chat e le voci che si fanno largo sono di un inizio della nuova stagione a gennaio, se non a fine marzo 2021, e a porte chiuse». Ulteriore difficoltà per le società. «Già sarà difficile andare dagli sponsor a chiedere un sostegno economico, visto che ci sono molte aziende ferme da un mese e mezzo con gente in cassa integrazione. Noi non abbiamo un magnate alle spalle, ci basiamo su piccole e medie imprese. Al momento non ci hanno detto di no, ma nemmeno di sì». Inutile quindi ipotizzare, come da tempo si va scrivendo, che la stagione 2020/21 possa partire tradizionalmente con raduni ad agosto e prime gare tra settembre e ottobre, considerato che l’emergenza Coronavirus è ben lontana dall’essere sotto controllo, per permettere di pensare alle attività sportive nel giro di pochi mesi. «Come si fa ad andare a giugno o luglio a “bussare” alle aziende? Devi programmare per tempo e quindi allo stato attuale si passerà al 2021. E’ tutto un’incognita. Si parla di iniziare a “porte chiuse”. Noi però contando atlete, tecnici, dirigenti e collaboratori arriviamo a un minimo di 40/50 persone in un palazzetto e non è sicuro. Oggi è davvero difficile programmare. Quando anche Fip e Lega avranno un quadro più chiaro, vedremo come muoverci. Speriamo la situazione migliori velocemente per tornare a fare un gioco che fa divertire e per quello bisogna essere rilassati. Il picco dell’emergenza dovrebbe essere alle spalle… Speriamo, ma nessuno ora ha la testa libera per pensare al divertimento e al basket». Ci vorranno quindi presumibilmente diversi mesi prima di vedere il San Giorgio ancora in campo. Tra tanti dubbi, c’è anche quello di Botticelli ancora alla guida della squadra: «Con la bimba e il lavoro, che a volte mi tiene lontano per le trasferte, vedremo. Ho sempre meno tempo, ma parlerò con la società quando tutto sarà più chiaro. Adesso è troppo presto». I club intanto sono ancora in attesa della comunicazione ufficiale dalla Lega sulle classifiche, dopo la chiusura della stagione. «Una volta non assegnato lo scudetto di A1 si va a cascata, quindi niente promozioni né retrocessioni. Le classifiche sono congelate e per la Fip è scontato finisca così. La Lnp sta ancora attendendo, ma è una questione politica». San Giorgio ha chiuso al 12esimo posto con 14 punti. «Con gli sponsor alle spalle, se dovessi decidere io, ripartirei dal gruppo di quest’anno, staff e giocatrici. Ci siamo fermati proprio nel momento in cui avevano trovato la quadra e su dieci gare ne avevamo vinte sei, dopo un inizio in salita con una vittoria fuori seguita da diverse sconfitte. Stavamo ingranando e potevamo toglierci soddisfazioni perché avevamo ancora tante partite: eravamo lì a giocarcela. Potevamo finire ultimi, ma persino lottare per i play off. La matematica ce lo consentiva, tutto era possibile. Sarebbe bello poter ripartire perché abbiamo lasciato un lavoro a metà. Per il primo anno di A2 avevamo puntato su uno zoccolo di giocatrici ormai fidelizzate e di queste zone, che avevano fatto la C e la B, più qualche innesto come Giordano o Kotnik. Si potrebbe ripartire da qui».
L’augurio è che al più presto anche a San Giorgio si possa tornare a pensare alla pallacanestro senza ansia e con la mente libera. Riprendendo le fila del sogno A2 lasciato in sospeso. (cris)