Calcio – Alma: “Mantova, andiamo in C”

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Giuliano Alma

MANTOVA «Mantova? È una città che definirei “signorile”, per me è un onore essere arrivato qui. Mi devo solo abituare al freddo: nella mia Sicilia la temperatura minima oscillava tra gli 8 e i 10 gradi…». Difficile dare torto a  Giuliano Alma, 25 anni, in biancorosso da tre settimane dopo quattro stagioni e mezzo al Gela. Nel Mantova ha debuttato contro il Villafranca, servendo l’assist a Varano per l’1-0. Contro la Virtus Bergamo ha sfiorato il gol ma gli è andata male e il Mantova non è andato oltre il pareggio.
 Che partita è stata, Giuliano?
«Il primo tempo l’ho visto dalla panchina. Quell’autorete dopo due minuti è stata una doccia fredda. Non abbiamo avuto una grandissima reazione».
 Altra musica nel secondo tempo…
«Siamo rientrati in campo con un’altra mentalità. Il gol di Ferri Marini ci ha dato ulteriore carica e a quel punto le abbiamo provate tutte per vincere. È un peccato non esserci riusciti».
 Perchè concretizzate così poco rispetto a quanto create?
«Non lo so, è chiaro che dobbiamo lavorare su questo aspetto. Serve più cinismo».
 Come giudichi la tua prova contro la Virtus?
«Ero andato meglio nella prima partita. Purtroppo, dopo appena 5 minuti, ho sentito un fastidio all’adduttore che mi ha un po’ condizionato. In questi giorni sto lavorando a parte, ma domenica a Caronno ci sarò».
 La Caronnese, appunto. Non sembra l’avversario più morbido per chi vuole riscattarsi…
«Se vuoi vincere il campionato non devi guardare in faccia nessuno. Che affronti la prima o l’ultima in classifica, l’unico tuo avversario… sei tu. Noi questa mentalità vincente l’abbiamo».
 Come ti trovi col calcio di Morgia?
«A mio agio. Il calcio offensivo è pane per i miei denti perchè esalta le mie qualità. Del resto, lo praticavo anche a Gela con Karel Zeman».
 E l’intesa coi nuovi compagni come procede?
«Molto bene. Il Mantova è davvero una grande famiglia. E poi ho ricevuto tantissime richieste d’amicizia sui social. Tutte accettate, ovviamente».
 Chi ti ha trasmesso la passione per il calcio?
«Vivo in una famiglia di calciofili, donne comprese. Mio papà mi iscrisse alla scuola calcio del Niscemi quando avevo 5 anni e l’età minima era 6. Poi sono entrato nel settore giovanile del Gela, ho girato altre società e nel 2014 sono tornato per giocare in prima squadra».
 Facendo sempre l’attaccante?
«Sì, prima come seconda punta e poi come esterno. Una volta, però, ho fatto il terzino sinistro».
 Andò bene?
«Sì. Ma era un’emergenza eh!».
 Che differenza hai trovato a Mantova rispetto al calcio del Sud?
«Qui c’è un po’ più di qualità, mentre al Sud prevale l’agonismo e l’ambiente è “bollente”. Questo mi ha senza dubbio fortificato».
 Sei tifoso?
«Del Milan, come tutti in famiglia. E poi sono un appassionato di Nba: tifo Golden State e il mio idolo è Stephen Curry. Mi piacerebbe un giorno andare in America a seguire un match dal vivo».
 A quando il primo gol con la maglia del Mantova?
«Spero presto, anche perchè non segno da inizio novembre. Sono contento di aver fatto l’assist a Varano contro il Villafranca, ma fare gol dà più gioia».
 Ricapitolando: il viaggio negli Stati Uniti e il primo gol mantovano. Altri obiettivi per il 2019?
«Il più importante: vincere il campionato e sbarcare nel calcio professionistico col Mantova. Ci sono andato vicino col Gela, ora sento che i tempi sono maturi. E la società che ho scelto è quella giusta».