Calcio dilettanti – Abolizione del vincolo: il Crl chiama a rapporto il Pirellone

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MILANO Il Crl va al contrattacco sulla riforma dello sport, passata in consiglio dei ministri esattamente una settimana fa su proposta del ministro Vincenzo Spadafora. Le barricate promesse il giorno dopo, mercoledì, dal presidente Lnd  Cosimo Sibilia non resteranno sicuramente lettera morta. Nel frattempo si muovono anche il Comitati Regionali, come l’attivissimo Crl che ha già definito cervellotico e controproducente tutto l’impianto della riforma, che prevede, tra le novità cardine, l’abolizione del vincolo sportivo, fonte di sostentamento di ogni società che promuove un settore giovanile, e il versamento dei contributi inps ai collaboratori sportivi.
La spada di Damocle di una riforma devastante per i conti delle Asd e Ssd di diverse discipline rimane, la guerra sarà fatta su ogni punto e in ogni ulteriore passaggio.
I provvedimenti (in tutto cinque) devono passare alle commissioni parlamentari prima di trovare una piena attuazione, ma di fatto dovranno essere attentamente esaminati anche dalla Conferenza Stato Regioni. Ed è proprio attraverso fitti colloqui con le regioni che il Crl e le federazioni di altri sport (tutte più o meno nella stessa situazione) cercheranno sponde politiche in grado di cancellare pezzi di una riforma che pretende di trattare da professionisti associazioni che spesso fanno poco più che puro volontariato.
Potrebbe essere in agenda a breve, dunque, un incontro con l’assessore allo sport di Regione Lombardia  Martina Cambiaghi, che verrà informata delle istanze delle Federazioni e del Coni Regionale. Più del vincolo, a spaventare le società è il paventato passaggio dei collaboratori a veri e propri “professionisti” con tanto di contributi, un sistema che farebbe lievitare ulteriormente i costi e sparire molte realta. A danno degli stessi collaboratori sportivi che si vorrebbero tutelare. La riforma farebbe mancare dall’altro lato una possibile fonte di entrate come il vincolo sportivo, un sistema da rivedere (magari accorciando ulteriormente la durata a 23 anni), ma che garantisce ancora economicamente lo sforzo di formazione compiuto tutti i giorni dalle squadre che curano molto il settore giovanile. Sarà una bella battaglia: la missione del mondo del calcio dilettantistico è disperata, ma va combattuta con tenacia.