Calcio dilettanti – Crl al voto: le proposte di Sergio Pedrazzini

Sergio Pedrazzini
Sergio Pedrazzini

MILANO Vicepresidente Vicario uscente del Crl, consigliere regionale per tre mandati Sergio Pedrazzini, 56 anni, dirigente d’azienda proveniente dall’area lodigiana, si candida a presidente in continuità con il mandato iniziato nel 2021 da Tavecchio.
Cosa l’ha convinta a candidarsi a presidente?
«La ferma volontà del consiglio direttivo, che resta in carica, di continuare nel lavoro intrapreso con un presidente che ne sia l’espressione. Vorremmo agire in continuità anche perché ci sono tante urgenze da affrontare, e lo stiamo facendo con la solita abnegazione».
Perché una società mantovana dovrebbe preferire Pedrazzini a Pasquali?
«Perché in questo momento la Lombardia deve viaggiare compatta e tornare ad essere un punto di riferimento a livello nazionale. Anche il cambio di guida alla Lnd è stato importante, e ci ha dato ragione nei fatti. Dobbiamo tornare ad avere più delegati in Lnd (è in progetto l’aumento da 8 a 11). Inoltre per l’attività di servizio alle società, fatto in maniera compatta a prescindere dal voto. Abbiamo iniziato un bel lavoro di squadra e sarebbe importante proseguirlo».
Quali sono le priorità delle società in questo momento, secondo lei?
«Cambiare il più possibile la riforma dello sport. Servono le condizioni per creare un modello organizzativo ed economico compatibile con le nostre realtà. Fino a quando questa legge non sarà esecutiva, saremo attivi nei tavoli nazionali, suggerendo migliorie. Le leggi non competono al Crl, ma faremo di tutto per tutelare i club».
Quali sono i punti più pericolosi della riforma?
«In primis il parametro tra ricavi istituzionali e commerciali: i ricavi da attività collaterali non possono essere considerati commerciali, perché sono fondamtentali per la maggior parte delle società. Poi nella riforma manca la figura intermedia dello sportivo dilettante, che non può essere equiparato al lavoratore sportivo: entro certe soglie, tutto deve restare come prima. E poi il vincolo: la transitorietà non può durare solo un anno, si rischiano di bruciare investimenti. E occorreranno i giusti correttivi per retribuire la valorizzazione».
Quale sarebbe il suo primo atto da presidente del Crl?
«Riprendere a lavorare immediatamente, chiudendo questo periodo elettorale che non avremmo mai voluto affrontare per la scomparsa di Tavecchio: molto abbiamo già fatto ma c’è ancora tanto da fare. Dovremo riorganizzare il comitato, ad esempio, per supportare le società per affrontare al meglio le problematiche della riforma».
Ultimo appello agli elettori…
«Venite a votare in presenza: Mantova è distante da Milano, ma quando siamo chiamati a decidere è sempre importante esserci. Abbiamo battuto la pandemia tutti assieme, supereremo anche una riforma che oggi ci piace poco, e lo faremo di squadra, con compattezza e unità».