Calcio dilettanti – Sport, delega a un sottosegretario. Più potere al Coni

Giovanni Malagò
Giovanni Malagò

ROMA Adesso è ufficiale: sarà un sottosegretario, probabilmente un tecnico, ad occuparsi dello sport, che nel governo Draghi non avrà quindi un ministro dedicato. Non se ne occuperà quindi il leghista Giancarlo Giorgetti, che al Mise avrà ben altre imprese da compiere per rimettere in moto il sistema produttivo italiano, nè la ministra per le politiche giovanili Dadone. Ad oggi però non si sa di quale area politica potrà essere il nuovo responsabile: con ogni probabilità dopo l’esperienza altalenante (eufemismo) di Spadafora, il dicastero non sarà più affidato ai 5 stelle, ma secondo le ultime indiscrezioni se non sarà un tecnico politicamente “laico”, potrebbe toccare ad un esponente del Pd o di Italia Viva. Un peccato che non ci sia un ministro ad occuparsi della complessa ripartenza degli sport dopo la pandemia: l’unico lato positivo potrebbe essere il definitivo affossamento della riforma grazie al “vuoto di potere”. Quei provvedimenti, per intenderci, che vorrebbero abolire il vincolo sportivo e introdurre la figura del collaboratore sportivo con tanto di contributi (e oneri insostenibili per società di puro volontariato). L’orologio corre, e tra meno di due settimane scoccherà l’ora X: o ci sarà la definitiva approvazione, o tutto sarà da rifare daccapo. Una prospettiva, dicevamo, tutto sommato positiva. Davvero meglio ridiscutere tutto l’impianto, per varare una riforma di più lungo respiro e che possa essere sostenibile per le nostre ASD, non solo calcistiche. D’altro canto, bisogna vigiliare affinché lo sport di base non diventi, nell’emergenza totale di questi mesi, l’ultima ruota del carro di un paese da ricostruire dopo la pandemia. L’attività motoria per i ragazzi è fondamentale, specialmente in un contesto difficile come l’attuale. A prendere in mano la situazione potrebbe (e dovrebbe, aggiungiamo noi) prendere in mano la situazione il Coni, mediando per ottenere qualche risorsa utile dal recovery fund. Che si prospetta, grazie al nuovo premier, molto più incentrato sulla formazione dei giovani: non solo istruzione canonica, dunque, sacrosanta e fondamentale per il futuro del Paese, ma si spera che ci sia spazio per dare una mano allo sport di tutti, dentro e fuori gli istituti scolastici (che potrebbero beneficiarne a livello di strutture).