Calcio – I “prof” vogliono ripartire, la D no

MANTOVA Il calcio italiano è al bivio. Oggi il presidente federale  Gabriele Gravina incontrerà i rappresentanti delle Leghe, dei calciatori e degli arbitri per relazionarli sull’esito del vertice col Comitato tecnico-scientifico, tenutosi ieri. Da questo vertice è scaturito un protocollo medico, in vista di una ripresa che i vertici federali invocano con sempre maggiore insistenza.
Va precisato che queste regole riguardano il calcio professionistico. E che la ripartenza, proprio per permettere a tutti di seguire nel modo corretto le procedure previste, verrebbe addirittura scaglionata: prima la Serie A, poi la B e poi la C. Il protocollo prevede: 1) ritiro chiuso, almeno per il primo periodo di allenamento e con la sorveglianza del medico sociale; 2) uno screening da effettuarsi prima del ritiro e a cui dovrà sottoporsi tutto il “gruppo squadra”. Tale screening comporta: test molecolare rapido, test sierologico, visita clinica, esami strumentali e del sangue. «Questa procedura – ha detto Gravina – ribadisce che noi del calcio non cerchiamo corsie preferenziali. Per far ripartire il calcio in sicurezza è fondamentale in questa fase mettere a punto le migliori procedure possibili per riprendere l’attività quando ripartirà tutto il Paese. Lavoriamo senza fretta, ma senza sosta per farci trovare pronti quando le istituzioni ci daranno il via».
Più che condivisibile. Il fatto è che solo le società di Serie A e B sarebbero in grado di attenersi scrupolosamente alle direttive. Già la C farebbe più fatica, come ha prontamente fatto notare qualche club. Figuriamoci la D. Il Mantova ha confermato la propria contrarietà sulla ripresa del campionato. Sulla stessa lunghezza d’onda, a maggior ragione, sono le altre compagne di girone dei biancorossi, come abbiamo visto nei giorni scorsi. Il protocollo da seguire, ineccepibile da un lato per garantire la massima sicurezza, appare difficilmente applicabile da realtà dilettantistiche che non possiedono strutture, personale e risorse adeguati. Va da sè che la ripresa dei campionati (in estate o in autunno) si configura come un’ipotesi ristretta ai professionisti. Non certo alla Serie D, i cui club sono tutti abbastanza concordi nel decretare lo stop. Una volontà di cui ai piani alti non possono non tenere conto.

Masiello: “Meglio pensare alla prossima stagione”

«Aspettiamo gli esiti della riunione tra la Figc e le varie Leghe. Ma la posizione del Mantova non cambia». Lo dice il presidente dei biancorossi  Ettore Masiello, commentando le indicazioni che il Comitato medico-scientifico ha previsto per la ripresa dell’attività. «Sono misure necessarie ma di difficile applicazione per i club di Serie D – sostiene Masiello – . Misure che prevedono costi non indifferenti a carico delle società, in un contesto già impoverito dai mancati incassi dei biglietti e di qualche sponsor. Parlo a livello generale, pensando alle tante realtà che abbiamo incontrato negli ultimi due anni». Masiello suggerisce di impiegare in altro modo queste settimane: «Più che su come ripartire, è il momento di riflettere sull’organizzazione del prossimo campionato, di fissare delle regole a livello di tassazione e gestione. È questo che il Mantova auspica, per poter pianificare nei tempi adeguati la stagione che verrà».